Ogni volta che un movimento è così forte da destare preoccupazione nella politica di qualche piccolo palazzo ecco che il reggente di turno dice:” diamo voce a quella maggioranza silenziosa, rifacciamo una marcia dei 40.000”
Sulla vicenda Val Susa è la seconda volta che avviene, e la prima non è che abbia avuto risultati così positivi. Mentre Chiamparino chiedeva l’avvio della marcia, scomodando anche l’organizzatore di allora, in Valle di Susa il popolo NOTAV rispondeva con 40.000 veri manifestanti a mettere sul piatto i rapporti di forza. Chiamparino e soci si trovarono al Lingotto con un po’ di ceto politico raccattato quà e là e dieci mezzi-operai fan del Tav accompagnati da un pullman partito da Susa con l’autista con la bandiera NOTAV.
Qualcosa di simile avvenne qualche settimana fa con la Cisl che aveva convocato una manifestazione a Susa in difesa del lavoro che il movimento con la sua opposizione non farebbe arrivare in Valle alla quale, contando le forze dell’ordine, hanno partecipato duecento persone con pullman dal Veneto e della Lombardia.
Ogni volta che il richiamo va a quella marcia, la sfortuna (ma sarebbe meglio chiamarla realtà) si abbatte su chi la propone.
Contando che i 40.000 non furono mai veramente tali, è che scesero in piazza con la giornata pagata, dovrebbero avere presente cosa successe dopo. Tanti di quei colletti bianchi furono espulsi dalla produzione dalla stessa Fiat, che evidentemente pagò la loro fedeltà con quella giornata di libera uscita pagata. Anche i livelli più alti di quella “maggioranza silenziosa”, furono licenziati e poi riassunti in collaborazione con casa Agnelli, e quasi nessuno fece un affare dal nuovo trattamento lavorativo.
E poi che dire della Fiat: vinse quella piccola battaglia perché perse, per molti movitivi, il movimento operaio, soffocato più dai partiti della sinistra che da altro. La Fiat si fece forte del momento, ma da quella marcia rotolò sempre più in basso, vivendo solo grazie all’appoggio statuale che ancora oggi, un Marchionne capriccioso, non riconosce.
La maggioranza silenziosa porta sfiga, questa è la verità.
Il problema è che in Valle di Susa non c’è una maggioranza silenziosa: quei pochi che sio sono fatti infatuare dalle proposte si tav parlano e dicono la loro, e che sono così pochi che non si sentono. Sudditi ne è pieno il mondo è quindi altri potranno essere arruolati in questa operazione, però ci sarà chi riuscirà a pagargli la giornata?
Bisogna rassegnarsi, la Valle di Susa è NOTAV, anche chi non partecipa direttamente al movimento lo è. Qualcuno non è né a favore né contro, se ne frega, e anche di questa categoria è pieno il mondo.
Non contiamoci per favore, siamo impegnati a difendere il territorio, e abbiamo dimostrato già più volte quanti e come siamo. Qualcuno li dica a Pinard e a chi lo consiglia.
Lele Rizzo