LA SITAF ENTRA NELLA TORINO LIONE
Val di Susa o Val di Sitaf? Ce lo chiedevamo nel 1990 di fronte alle straripanti iniziative della autostrada del Frejus. Paradossalmente torniamo a chiedercelo oggi di fronte al quadro che sembra formarsi per la Torino Lione. O forse dovremo chiamarla Val Gavio?
Il primo ingresso della SITAF nella storia recente della Torino Lione era stato con la vicenda del nuovo autoporto; perché quello attuale non è della SITAF ma della CONSUSA, però è la SITAF che lo ha ricevuto gratis da TELT. Per fare questo regalo, TELT ha fatto una cosa che in qualsiasi altro contesto sarebbe stata perseguita: ha definito illegittimamente l’autoporto con il termine di “interferenza” come si fa per le linee elettriche, i canali e le “parti di reti” che il costruttore di un’opera pubblica, trattandosi di cose poco rilevanti, ha diritto di spostare a proprie spese per liberare il terreno, e così ha letteralmente regalato 49 milioni di euro alla società del Frejus che poi, non paga di questo favore, ha cancellato la gara di appalto europea che era obbligata a fare ed ha affidato i lavori a se stessa !! Cosa non impossibile ma che si potrebbe fare solo in casi eccezionali, che non sono questi. Ed è della SITAF anche l’appalto del nuovo svincolo del cantiere di Chiomonte che significativamente, ha entrambi gli accessi rivolti verso Susa e non verso Salbertrand come dovrebbe essere, cosa che qualche sospetto lo crea.
Ma la SITAF è per due terzi di proprietà della holding del gruppo Gavio che controlla anche la ITINERA che ha preso l’appalto miliardario dello scavo del tunnel di base del versante italiano. Su come ha fatto a prenderlo, a Chiomonte corrono voci di un ribasso d’asta di 150 milioni, che avrebbe messo fuori gioco tutti gli altri concorrenti ed in particolare la Webuilt ex Salini Impregilo che stava già lavorando nella galleria della Maddalena: un colosso con 11.000 dipendenti in Italia e 70.000 nel mondo. E’ vero questo scontro di titani e l’abissale ribasso d’asta? E’ una informazione cruciale: i sindaci dovrebbero chiederla e la Regione dovrebbe dargliela perché i ribassi d’asta che spiazzano tutti gli avversari sono sempre sospetti: è troppo facile andare in perdita sopratutto in un lavoro come questo in cui i possibili ritrovamenti di uranio, amianto e venute d’acqua si sommano l’uno con l’altro, e lo sconsiglierebbero nel modo più assoluto. Per di più la galleria geognostica della Maddalena ha dato un risultato pessimo: da almeno un anno e mezzo la parte più profonda, quella che ripercorre il tracciato del futuro tunnel di base, è impraticabile e vi si può accedere solo con i robot. Il motivo non è stato mai chiarito perché i dati raccolti dal robot non sono stati diffusi. Un ribasso del genere vorrebbe dire che il gruppo Gavio che controlla SITAF ed ITINERA ha qualche asso segreto nella manica, che potrebbe essere la possibilità di cancellare il cantiere di Salbertrand ed iniziare direttamente da Susa, o viceversa, ma anche la certezza di poter trovare comprensione politica quando dovesse chiedere molti più soldi per aver trovato degli imprevisti, magari forzando la decisione lasciando fermi i cantieri per qualche anno. Si prospetta un quadro in cui un potentissimo e chiaccherato gruppo di costruzioni autostradali si appresta a diventare il dominus dei lavori in Val di Susa, di fatto mettendo in subordine il ruolo di TELT. In questo caso anche i sindaci che hanno contrattato con TELT, troveranno duro a contrastare danni e varianti chieste da un gruppo così potente e così spregiudicato nel gestire i subappalti. Tutti giocheranno al risparmio per ridurre i costi e creare utili a proprio favore ed alla val di Susa non resterà che subire i danni di questo al territorio ed alla salute dei suoi abitanti.
Mario Cavargna
Pro Natura Piemonte