Ugo Mattei si è fatto promotore dell’iniziativa proposta nell’assemblea di venerdì a Bussoleno, una delegazione del movimento che chiederà un incontro al presidente Napolitano domani in visita a Torino. Ecco il testo che ci ha pregato di voler condividere all’interno del movimento e che ha spedito oggi pomeriggio via fax al quirinale.
Illustre Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
Le scrivo a nome dei moltissimi cittadini italiani e persone in Italia residenti e lavoranti che hanno a cuore tanto il pacifico andamento della vita quotidiana in Val di Susa quanto la ridefinizione attraverso una discussione aperta e democraticamente partecipata dei motivi di un’opera (il tunnel di 57 chilometri per la tratta TAV tra Parigi e Lione) che a molti appare sempre più priva di priorità. Entrambe queste preoccupazioni – evitare un incontrollato conflitto sociale ed aprire un dibattito democratico e partecipato – sono per altro condivise da molti Sindaci dei Comuni della Val di Susa, cioè dai rappresentanti eletti dai cittadini più immediatamente interessati dall’opera e dai cantieri, e che certo ne rappresentano le istanze a titolo non inferiore del Sindaco della Città di Torino o dei Presidenti di Provincia e Regione.
Con questa mia Le chiedo dunque di ascoltare le ragioni dell’ampio Movimento No Tav – che si è da più parti voluto ridurre ad un problema di ordine pubblico – durante la Sua graditissima visita torinese di martedì 6 marzo. Credo sia urgente che una altissima istituzione della Repubblica, qual è quella che Lei incarna, si mostri genuinamente aperta ad ascoltare. Converrà infatti che è sorprendente che da parte del Presidente del Consiglio in carica si dica che si è aperti al dialogo e contemporaneamente si affermi che intanto l’opera deve andare avanti comunque. Non sembra questa una vera disponibilità allo scambio di idee coi tanti che si oppongono alla realizzazione di un gigantesco tunnel in una montagna ricca di amianto su una tratta che già consente al viaggiatore di raggiungere Lione da Torino in poco più di tre ore e mezza.
Ciò che si chiede, Signor Presidente, è soltanto una valutazione quanto più oggettiva e condivisa degli scenari che motiverebbero l’opera. Pare infatti a centinaia di esponenti del mondo scientifico ed universitario italiano che questa valutazione non sia stata fatta compiutamente in questo ventennio di non-discussione sull’opera. Recenti studi suggeriscono invece di considerare attentamente la scelta di lanciarsi in un cantiere dagli esiti così incerti. La nuova linea con tunnel di 57 chilometri prevede tempi di realizzazione ultradecennali, e si presenta come del tutto rigida sul piano degli adattamenti alla rapidissima evoluzione sociale – generata dalla onnipresente penetrazione delle tecnologie informatiche – ed economica in tempo di crisi e contrazione strutturale dei consumi.
Realizzare il gigantesco tunnel costerà più che cablare l’Italia con la banda larga: ma mentre disporre della banda larga è un progetto che presenta innumerevoli vantaggi in tutti i settori della vita quotidiana e professionale, il tunnel serve a una e una sola cosa, cioè far passare delle merci e forse dei passeggeri che un domani potrebbero non esserci e che già oggi dispongono di valide alternative. Ci sono grandi probabilità che l’opera si riveli in tutto o in gran parte inutile. In ogni caso irreversibile ne sarebbe tuttavia l’impatto ambientale.
Le domando quindi un momento della Sua attenzione per ricevere domani martedì 6 marzo a Torino una delegazione del Movimento No Tav di cui io farò parte.
A nome del Movimento No Tav, con stima,
Ugo Mattei
Professore Ordinario di Diritto Civile Università degli Studi di Torino,