di Marta Tondo da Nuovasocieta’ – Prima alla chetichella, poi i grandi annunci. La talpa Tav è in Val di Susa, ergo i lavori per l’Alta Velocità si faranno. Il Movimento che si oppone all’opera ha perso miseramente spazzato via dall’inesorabile forza del progresso. A breve sarà possibile andare a far la spesa nei discount di Lione come se la cittadina francese fosse un quartiere torinese.
Alt. Fermiamoci un attimo.
Sarà che la propaganda targata Lyon Turin Ferroviaire, che dalla sua ha minimo tre quotidiani nazionali, sta facendo il suo lavoro, infatti l’aria su quei monti è impregnata di successo della fazione Sì Tav.
Però, mentre il Direttore Generale di Ltf, Marco Rettighieri, annuncia che con l’arrivo del “mostro” si è arrivati alla fase “irreversibile”, è giusto mettere i classici puntini sulle “I”.
Come spesso è capitato in questa ultra decennale vicenda, le cose vanno diversamente da quello che viene detto ufficialmente.
Infatti la talpa, che sta giungendo a pezzi via autostrada e che deve essere ancora assemblata, non è il segnale che siamo ad un passo dalla realizzazione della costosissima opera. In Clarea il momento è sì importante, ma non è ancora “Il” momento.
Nessuno scavo sta per incominciare. Infatti la talpa a Chiomonte penetrerà in un foro, già in piccola parte scavato. Quello per il sondaggio laterale, ovvero quello geognostico.
Non è una novità, visto che questo tipo di scavi sono incominciati realmente solo nel 2013, dopo un anno e mezzo dedicato alla recinzione, meglio dire alla fortificazione, del cantiere.
I Lavori veri e propri, quando e se incominceranno, partiranno da Susa, non certo da dove oggi è arrivata la presunta talpa.
Lo dicono le carte e le mappe sbandierate dalla stessa Ltf.
Quindi quando a Chiomonte la macchina comincerà a scavare non realizzerà nessun tunnel per il passaggio dei treni. Quel tipo di pertugio, come detto, dovrebbe nascere su di un altro tracciato, a chilometri di distanza da dove si trova ora quella sorta di “missilone”.
«Quel tunnel è solo sulla carta, e li resterà», assicurano i valsusini.
In sostanza si può ancora tornare indietro, e rinunciare a un’opera che in altri Stati, coinvolti inizialmente, è stata messa già nel dimenticatoio. Peccato che come spesso capita nella terra magica della Val di Susa la verità svanisca nel nulla, inghiottita da una marea di inesattezze e falsità, nonché interessi.
Già, non dimentichiamo che solo da queste parti i petardi si trasformano in esplosivi, i fondamentalisti islamici sbandierano vessilli No Tav e i terroristi di tutto il mondo si sono dati appuntamento per assediare la zona rossa del cantiere.
Neppure Harry Potter e Maga Magò insieme potrebbero fare di meglio.