Aiuto i notav! E’ questo che passa nelle menti e poi nelle penne (virtuali) dei cronisti dei giornali in queste ore o meglio in questi mesi. Anche i commenti di ieri e oggi all’incendio di una baracca di una ditta coinvolta nell’affaire Torino Lione diviene motivo di attaccare e criminalizzare il movimento notav con titoloni e condanne. E’ un rogo notav, è un incendio notav, la pista è notav sono titoli e considerazioni di giornalisti prezzolati che non vedono l’ora di trovare qualche motivo buono (ma mai nuovo) per gettare un pò di fango sul movimento popolare. E poi cercano dissociazioni, telefonano quà e là in cerca di dichiarazioni utili.
Non abbiamo bisogno di dire se siamo stati noi tutte le volte che qualcosa avviene in Valle o in altri luoghi, non ne abbiamo bisogno perchè la nostra caratteristica principale è sempre stata è sempre sarà la chiarezza. Quello che diciamo poi facciamo, quello che decidiamo tutti assieme, in libere e pubbliche assemblee lo mettiamo in atto. E forse questo non va giù a chi ci vorrebbe sconfitti eppure, si mettano il cuore in pace politici e giornalisti…è così che proseguiamo sulla nostra strada.
Siamo purtoppo abituati alle provocazioni che avvengono di volta in volta, talvolta anche a qualche abbaglio di chi crede di insegnare qualcosa al movimento, ma la strada della resistenza popolare è sempre ben tracciata e comprensibile da tutti.
Da quando è iniziata la campagna di boicottaggio delle ditte coinvolte nella costruzione del cantiere di Chiomonte si sono sprecate parole, pagine e dichiarazioni per condannare una pratica di lotta, come quella del boicottaggio, che vive da sempre nei movimenti popolari e nella pratiche di lotta in tutto il mondo.
E’ la vergogna che dovrebbe prevalere nel chi senza ormai un minimo di dignità tifa attraverso il suo ben retribuito lavoro per il treno superveloce confezionando articoli ad arte , sedendosi al tavolo imbandito della lobby del Tav.
Anche l’arresto di un attivista notav del Trentino vediamo che si trasforma in occasione per titoloni che parlano di capi paralamitari e di chissà quali armate.
Comunicati congiunti e titoli da urlo fanno la gara a chi la spara più grossa eppure il movimento, serio, determinato e con un vivaio sempre pieno, prosegue per la sua strada passo per passo nel boicottare le ditte coinvolte nella devastazione della valle, nell’ostacolare il cantiere, nel resistere come sempre abbiamo fatto.