Oggi pomeriggio siamo entrati nella sede Rai di Parigi, occupandola simbolicamente per protestare contro il modo in cui i principali media italiani, in particolare la Rai, stanno partecipando alla criminalizzazione del movimento no tav, senza mai dare spazio alle ragioni che portano tante e tanti, della Val di Susa e non solo, ad opporsi ad un’opera non solo inutile ma dannosa.
Una volta entrati abbiamo chiesto ed ottenuto che dal fax della sede Rai fosse diffuso un testo da noi prodotto, che riportiamo di seguito. L’azione segue di pochi giorni il presidio di sabato pomeriggio, in cui un centinaio di manifestanti no tav si sono riuniti davanti al Centre Pompidou in solidarietà con il movimento No Tav italiano, dando vita anche ad un corteo che è arrivato fino a Place du Chatelet.
In allegato il volantino e alcune foto dell’azione:
No Tav Parigi
Da Lione ad Atene, passando per Torino
Se siamo qui oggi non è perchè ci mancano le lotte di casa nostra ma perchè quella del NO TAV è una bella storia e, come si dice nel dialetto ibrido Italo-Francese delle valli “a fa piasì cuntela” (fa piacere raccontarla). La storia inizia 20 anni fa con un poche centinaia di persone che iniziano ad organizzarsi per dire no ad un opera inutile e continua oggi con un popolo in lotta che, da ogni parte d’Italia, è capace di mettere in crisi i processi decisionali della politica istituzionale. La storia no tav è la storia di un gruppetto di “irriducibili” che, grazie alla sua testardaggine e alla forza delle sue idee, diventa sempre più grande e vuole rovinare i piani messi in atto da governi sempre più dediti alla speculazione finanziaria e totalmente miopi verso le esigenze delle popolazioni. Il popolo NO TAV, dal 2000 a oggi ha tante battaglie epiche da raccontare (come la liberazione di Venaus nel 2005, le manifestazioni con 70.000 persone che attraversano la valle,...) tante storie tristi (come quelle del suicidio/omicidio in carcere di Sole e Baleno, quelle del G8 di genova, quelle delle violenza delle ruspe e della polizia). I vecchi e le famiglie nei presidi possono raccontare come la valle abbia costruito un nuovo tipo di socialità e di democrazia reale che nessuno sgombero potrà ormai toglierle. Possono raccontare delle intersezioni e delle risonanze costruite nelle battaglie per i beni comuni (per l’acqua pubblica, contro il nucleare). Il movimento NO TAV ha saputo uscire dalle valli e parlare all’Italia (e oggi vogliamo parlare anche alla Francia). E questo è successo perchè il NO TAV parla di spreco di denaro pubblico, inserendolo nel dibattito attuale sul debito e sulla crisi finanziaria. Il TAV è il simbolo materiale del voler far pagare la crisi a chi sta in basso tutelando gli interessi delle élite e delle lobby. Il no alla tav è la risposta a quei ceti politici incapaci di rappresentare i nostri bisogni. É la reazione propositiva a chi, come in Italia, così in Grecia e in Francia ci parla a reti unificate di austerity e sacrifici, dicendoci che non ci sono alternative, che bisogna farli. La nostra risposta alla logica della crisi è in queste equazioni, che certo non servono economisti per spiegare: 1cm di tav= 1 borsa di studio, 1m di tav= 1 scuola, 1Km= un ospedale, etc... E se anche i governi, con la complicità dell’informazione e della magistratura cercano di fermarci vogliamo ribadire, anche da qui, che ormai non basta più. Hanno provato con il giochetto di dividerci, di isolare i buoni dai cattivi, ma anche lì il movimento ha dimostrato la sua unità e la sua intelligenza nell’affermare che dietro ogni atto di resistenza ci siamo sempre stati tutti e sempre ci saremo! Il popolo NO TAV continua ad andare avanti a testa alta. Con allegria, senza timore, con coraggio, senza paura, con forza, senza panico, non faremo un passo indietro. Oggi occupiamo l’ufficio stampa RAI a Parigi per far giungere la nostra solidarietà a chi ormai da 8 giorni consecutivi è in mobilitazione perenne in Val Susa e in tutta Italia. Vogliamo segnalare che anche da questo lato delle Alpi sta iniziando a prendere voce il fronte del NO. Inoltre, qui come in Italia vogliamo denunciare ancora una volta il ruolo di parte dei media, che hanno scelto, in questa battaglia come in molte altre, di stare dalla parte degli interessi e della politica dei palazzi, partecipando attivamente ai meccanismi della criminalizzazione e della costruzione del terrorista. No TAV Paris