Alla fine è andata come avevamo detto, come tutte le volte e come sempre. Diamoci un taglio è stata un’iniziativa pensata, discussa, condivisa e realizzata da tutto il popolo notav che ieri ha partecipato in massa (oltre 15.000 i partecipanti) con la consapevolezza e la determinazione che la Valle di Susa sa metterci.
In molti volevano la notizia: il black block, lo scontro, il tafferuglio o qualcos’altro, noi invece abbiamo consegnato all’informazione una giornata di lotta che ha saputo rompere i divieti in massa, non spaventarsi nonostante l’esibizione muscolare della Questura, le parole di Maroni e tutto il polverone alzato verso la Valle dopo Roma.
Abbiamo invaso quella che avevano definito zona rossa dimostrando che i divieti si possono infrangere perchè prevalicano la volontà di una popolazione che non si fa piegare dai diktat della casta e della lobby del tav.
A qualcuno sembrerà cosa semplice ma marciare per sentieri di montagna impervi in un numero così elevato, sfidando le imposizioni non è cosa poco.
E’ vero non abbiamo tagliato le reti del cantiere, ma vista la situazione, abbiamo deciso di avere come obbiettivo il superamento degli sbarramenti delle forze dell’ordine dimostrando che il territorio è nostro alleato e non si può rinchiudere una montagna tra recinzioni e manganelli.
Con tutte le domeniche che ci sono in un anno state certi che in una di queste gli daremo un taglio.
Se esistono dei meriti non sono sicuramente condivisibili con la Questura di Torino che si fregia nei comunicati stampa di aver avuto dei meriti nel fare filtro per non far arrivare infiltrati nelle nostre fila.
Noi non avevamo dubbi e anzi, denunciamo l’asfissiante controllo ai caselli della tangenziale e per le strade della Valle, sintomo chiaro di una militarizzazione che avanza. Non ci abitueremo mai al peggio e un dispiegamento militare del genere ci troverà sempre in ogni sede, ad avversarlo perchè illegittimo.
Il merito è tutto nostro, di tutto il popolo no tav, al quale non si può che augurare lunga vita!
comitato di lotta popolare