Il 24 marzo scorso sapute le difficoltà della situazione di Paolo avevamo deciso di scrivere al movimento maoista indiano. Pensiamo che in quelle parole ci sia tutta la bellezza e la forza di due popoli in lotta. La val di Susa e l’India, due terre così lontane che si legano quasi per caso nella vicenda di Paolo. Nel nostro messaggio non eravamo voluti assolutamente entrare nel merito della situazione di lotta indiana, lontana dalla nostra terra, avevamo però immediatamente riconosciuto la legittimità di questa resistenza e il diritto di questo movimento e di questo popolo a ribellarsi. Nelle prime parole pronunciate da Paolo abbiamo trovato la conferma, non solo è stato trattato al meglio ma la sua comprensione e la sua vicinanza ai ribelli ci dimostrano come si possa e si debba andare oltre i tradizionali paradigmi di narrazione e informazione. Anche in val di Susa si parla e si racconta della lotta no tav in modo falsato e distorto, solo chi vive, solo chi attraversa le situazioni può capirle. Non possiamo che ringraziare i ribelli per la liberazione di Paolo sperando che trovino in breve tempo la strada per la soluzione al loro conflitto, a loro mandiamo un abbraccio e un augurio affinchè possano assaporare presto la libertà piena per le loro vite e la loro terra. Anche per la val di Susa l’obiettivo è il medesimo. Siamo commossi per Paolo, per la sua dignità tutta valsusina nell’affrontare i momenti difficili, tempra e carattere degli uomini di montagna. Speriamo di riaccoglierti presto a casa. Un saluto dal movimento no tav.
Un saluto dall’Italia, dalla valle di Susa
Questo nostro messaggio non vuole assolutamente interferire con le
trattative che sono in atto e nelle quali non vogliamo intrometterci,
vogliamo però parlarvi di Paolo Bosusco e della terra in cui è nato.
Abbiamo conosciuto la grave situazione del vostro popolo e delle
vostre terre, Abbiamo capito i sentimenti e la voglia di libertà che
vi anima nel lottare e richiedere la liberazione dei vostri compagni
in carcere e abbiamo letto delle richieste che avete fatto in cambio
della liberazione di Paolo e Claudio. Non vogliamo qui entrare nel
merito di un conflitto, il vostro, che non conosciamo ma vogliamo invece
raccontarvi la nostra storia. Siamo un popolo di montagna, da oltre 20
anni lottiamo per bloccare la costruzione di una mega infrastruttura
ferroviaria che distruggerebbe definitivamente la nostra terra già
brutalmente infrastrutturata in passato. Nel corso di questi anni
abbiamo lottato, sofferto, abbiamo avuto molti feriti provocati dalla
polizia e oggi abbiamo anche noi molti compagni in carcere. Il governo
italiano vuole comunque procedere nella costruzione di questa ferrovia
spendendo un sacco di soldi, noi non ci fermeremo, continueremo a
lottare. Paolo viene da qui, da Condove, un paese di questa valle, un
paese che lotta. Vi possiamo dire che lui come noi ha a cuore la
natura, il suo popolo e la sua terra, non conosciamo Claudio ma
pensiamo che se era assieme a Paolo possa condividere le stesse idee. Non vi
chiediamo nulla di particolare se non di avere rispetto e cura per due
uomini che siamo sicuri essere molto diversi dagli uomini che stanno rubando
la vostra terra e che voi giustamente combattete. I
familiari di Paolo e Claudio in Italia sono molto preoccupati e vorrebbero
riabbracciarli presto. Noi con molto rispetto non possiamo che
salutarvi così, augurandovi di raggiungere presto la libertà per la
vostra terra e per il vostro popolo, Abbiate cura di Paolo e Claudio,
noi da loro amici e compagni speriamo di riabbracciarli presto.
dalla valle che resiste
movimento no tav