Pubblichiamo con piacere questa lettera ricevuta oggi dal nostro compagno Luca che, in pieno spirito NoTav, non sia abbatte e lucidamente ci racconta alcuni retroscena.
Vi ricordiamo che è ancora attiva la campagna in suo sostegno.
Oggi, quanto può influire nel lavoro essere NOTAV?
Certo per noi militanti/attivisti essere NoTav è una cosa normale, di buon senso, che rivendichiamo senza problemi, perché abbiamo le idee chiare e sappiamo da che parte stare.
Ma questa posizione può convivere all’interno di un ambiente di lavoro? Può creare dei problemi per dei lavoratori/trici che si dicano NoTav?
Pare di sì!
La coop. sociale In/Contro nella quale ero socio-lavoratore dal 2005 il 5 aprile mi licenzia per “giusta causa”, previsto dall’art.24 del regolamento interno che prevede “la facoltà di licenziare qualora ci sia un provvedimento restrittivo che superi i 40 giorni”.
Premetto che sono agli arresti cautelari dal 26 gennaio per gli scontri del 27 giugno scorso alla Maddalena di Chiomonte, ed è proprio per questa detenzione che la coop. In/Contro mi licenzia, senza preavviso, senza la messa in sospensione del servizio che lo stesso art. 24 prevede prima del licenziamento. Perché non attuare tale sospensione? (non può essere superiore ai 6 mesi nei quali si sospende la retribuzione). E ancora… sempre dall’art. 24 si evince che solo se c’è flagranza di reato (e non è il mio caso) si può non ricorrere alla sospensione ma arrivare al licenziamento senza ulteriori “sconti” (e comunque solo dopo il terzo grado di giudizio).
È chiaro che il mio licenziamento non rientri nell’ipotesi dell art. 24, quindi essere NoTav oggi comporta il licenziamento. In altri casi ti tolgono la tessera dell’A.N.P.I.
Ma c’è dell’altro, per la coop. In/contro non sono solo un NoTav, che già basta per licenziarmi, ma sono anche un “personaggio scomodo”. Mi spiego meglio: la coop. In/contro da tempo (2005/2006) si trova nel pieno di una crisi economica dovuta ad un buco di bilancio di migliaia di euro, dovuta ad una malagestione che ha portato al cambio del fù presidente Botto con l’attuale Maurizio Pizzasegola. Questo buco nel bilancio ha portato la coop a dichiarare prima lo “stato di crisi”, poi il commissariamento, ed in fine la liquidazione. Questi “passaggi” per noi lavoratori/trici si traducevano in bloecchi e/o ritardi nei pagamaneti degli stipendi e tredicesime non pagate.
Questo clima non ha certo favorito la coop. ed i suoi soci che sono la base su cui si “costruisce” una coop. sociale (insieme alla quota partecipativa o sociale da versare per diventare socio-lavoratore che ad oggi è a fondo perduto…). Alcuni lavoratori/trici cominicarono a licenziarsi.
Insomma, la coop. In/Contro cominciava a mettere in atto una serie di “accorgimenti” economici per evitare che “la barca affondasse”. In ultima la cassa integrazione in deroga.
Da due anni alcuni di noi erano in cassa, percependo lo stipendio dimezzato. Va detto che in questi ultimi anni “bui” della cooperativa io insieme ad altri miei colleghi non ci siamo mai tirati indietro di fronte alle ingiustizie che subivamo. Molte volte abbiamo chiesto spiegazioni su questo o quello continuando a lavorare in condizioni sfavorevoli sia sul lato economico che quello professionale.
Già allora facevamo “sacrifici” per salvare la coop.
Ed ecco quindi che il “personaggio scomodo” NoTav, viene licenziato in piena trasformazione societaria: gli altri miei colleghi sono stati “assorbiti” da un’altra cooperativa che prende in “affitto” alcuni servi della coop. Incontro la quale ha pensato bene di licenziarmi appena prima di questo passaggio.
Ringrazio il movimento NoTav per l’appoggio ricevuto.
Ringrazio i miei (ex-)colleghi per la loro solidarietà.
Ringrazio tutti e tutte per le donazioni!
Ivrea 27/04/2012
Luca