da ilfattoquotidiano.it
Decadenza Berlusconi, lettera delle ‘colombe’ Pd: “Discutiamo il lodo Violante”
Dieci senatori democratici invitano l’ex presidente della Camera a Torino per discutere “le problematiche tecnico-giuridiche” del voto in giunta. Primo firmatario della lettera il senatore Esposito, lo stesso che chiedeva di “decapitare” il movimento no-Tav e espellere i dissidenti. Obiettivo quasi dichiarato: perdere tempo
Una lettera per chiedere “confronto, anche aspro, tra posizioni diverse” sulla decadenza di Silvio Berlusconi. A firmarla non sono i falchi del Pdl intenti nell’estremo tentativo di salvare il governo Letta dalle minacce del Capo, ma dieci senatori piemontesi del Partito democratico che hanno convocato per domani un incontro pubblico a Torino con Luciano Violante. L’ex presidente della Camera, in una intervista al Corriere della Sera dello scorso 26 agosto, aveva aperto ad un eventuale ricorso alla Consulta da parte della giunta prima di dichiarare decaduto il senatore pregiudicato Silvio Berlusconi. E pazienza se lo stesso Violante, dalle colonne dell’Unità di oggi, ha giurato di non avere proposto il ricorso alla Corte. “Non ho proposto di sollevare l’eccezione di costituzionalità relativa alla legge Severino. Né tantomeno di votare contro la decadenza di Silvio Berlusconi”, dice l’ex magistrato. Che un “Lodo” Violante esista o meno, dietro al “diritto alla difesa” di Silvio Berlusconi e al suo promotore si stanno accodando quanti, tra le “colombe” Pd, non condividono la chiusura netta manifestata ancora ieri tanto da Letta che da Epifani e Franceschini.
Obiettivo dichiarato o semplice rapporto causa-effetto, la “riflessione” sui diritti e sulla agibilità del Cavaliere porterà ad uno slittamento della decisione della giunta, convocata per il prossimo 9 settembre. Fino a quando? A questo punto le ipotesi si moltiplicano sulla base dell’utilità politica. Anche perché nel frattempo prosegue l’iter giudiziario di Berlusconi, che passa anche dalla rimodulazione delle pene accessorie di nuovo nelle mani dei giudici di Appello dopo il rinvio della Cassazione. Se – è l’ipotesi formulata dal Corriere – i tempi in giunta venissero dilatati abbastanza, l’eventuale interdizione per via giudiziaria arriverebbe prima della decadenza politica sancita dalla giunta. Mettendo al riparo il governo Letta dagli strali a corrente alternata del Cavaliere. A quel punto non sarebbe più “la sinistra” a eliminarlo dalla vita politica. Ma l’odiata magistratura. Con buona pace di qualsiasi giudizio di retroattività della legge Severino. Nel frattempo il futuro della legislatura sarebbe blindato almeno fino al nuovo anno: tra finestre elettorali chiuse e obblighi di bilancio come la legge di stabilità spazio per la campagna elettorale non se ne trova.
Di certo, tra i firmatari della lettera a sostegno di Violante spiccano due nomi. Quello dei senatori Esposito e Buemi. Il primo è noto per le sue posizioni decisamente pro-Tav. Quarantatre anni da Moncalieri, Stefano Esposito non è proprio un sostenitore dei diritti della difesa quando si tratta degli attivisti del movimento. Tanto da inciampare su Twitter in un eccesso di ardore: “Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo Stato, prende giustamente, qualche manganellata e si inventa di essere stata molestata #bugia. Se vogliamo debellare questa forma di guerra allo stato dobbiamo “decapitare” i mandanti politici e le organizzazioni che li sostengono”. Stupisce poi che Esposito si schieri per la libertà di dissenso in seno al Pd quando fino a poche settimane fa augurava l’espulsione dei dissidenti. Prova ne è la reazione alle astensioni democratiche nel voto della mozione di sfiducia al ministro Alfano per il caso Ablyazov: “Ma come? Il capogruppo Pier Luigi Zanda ha tenuto un equilibrio tale sulla vicenda che doveva tenere insieme tutto il gruppo e questi che ti fanno? Escono dall’aula. Basta, questi se ne andassero con Beppe Grillo! Non ci possono più essere abbonati qui dentro al voto in dissenso dal partito”.
Dissenso sì, quindi, ma solo quando fa comodo.
Esposito e i colleghi piemontesi sederanno allo stesso tavolo di Enrico Buemi. Socialista, membro della giunta che dovrà decidere delle sorti del Cavaliere, Buemi non fa mistero di quale sia la strada da seguire. Ha detto e ripetuto più volte che la difesa di Berlusconi deve potere “esprimere il suo massimo potenziale”: “Dobbiamo avviare un dibattito serio dentro la Giunta per dirimere tutte le questioni che si pongono sia sul piano giuridico che su quello politico. Certe frenesie, certe urgenze, sono sospette. Non si deve arrivare a un obiettivo senza pagare il prezzo di uno Stato diritto che è quello di rispettare le regole e le leggi sempre, non solo quando ci conviene”.
Il piano di Buemi dà esplicitamente credito all’ipotesi formulata dal Corriere. Leggi alla voce “perdere tempo per guadagnare tempo”. Concretamente – ha spiegato pochi giorni fa Buemi all’Adnkronos – attendiamo la rimodulazione dell’interdizione dai pubblici uffici che, vista l’efficienza della Corte di appello di Milano, non dovrebbe tardare moltissimo. Poi c’è la questione della retroattività della legge Severino che si pone in termini di interpretazione. Sul caso specifico di Berlusconi e anche per quelli futuri, infatti, c’è un problema di interpretazione. Io concordo con quanti prefigurano un ricorso alla Consulta”.
Il testo della lettera dei dieci senatori del Pd
Con i colleghi Senatori, visto il dibattito che si è aperto dopo le sue parole, abbiamo deciso di organizzare un incontro con Luciano Violante rivolto a segretari di circolo e dirigenti del PD Piemontese, per discutere del tema.
Care amiche, cari amici, care compagne, cari compagni,
le prossime settimane saranno decisive per il futuro del nostro Paese, del Governo Letta e del Partito democratico. Come a tutti noto, il 9 settembre la Giunta per le elezioni del Senato inizia a dibattere sulla questione della decadenza di Silvio Berlusconi.
Il Pd ha assunto una posizione netta ed inequivocabile, illustrata dal Segretario Guglielmo Epifani in una recente intervista: il Pd voterà la decadenza di Silvio Berlusconi sia in Giunta sia in Aula, e questo non in nome dell’antiberlusconismo che vuole eliminare l’avversario per via giudiziaria, ma in nome del principio di legalità.
Fissata questa linea, non si possono certo ignorare una serie di problematiche tecnico-giuridiche sulle quali è in corso un ampio dibattito che coinvolge autorevoli giuristi e costituzionalisti.
Particolarmente rilevanti sono state le questioni sollevate da Luciano Violante in un’intervista sul ‘Corriere della Sera’ del 26 agosto. In quella sede Violante, dove aver ricordato che nel principio di legalità è compreso il diritto di difesa che va pienamente garantito anche a Silvio Berlusconi, ha dichiarato che, a suo parere, la Giunta per le elezioni, qualora ritenesse che ne esistano i presupposti, potrebbe investire la Corte Costituzionale della questione relativa all’irretroattività o meno della legge Severino. Parere, peraltro condiviso da giuristi non certo imputabili di ‘berlusconismo’.
Le parole di Violante hanno suscitato forti reazioni critiche nel nostro partito e nella sinistra.
A prescindere dall’opinione che ciascuno può avere sugli aspetti strettamente giuridici legati alla decadenza di Berlusconi e all’interpretazione della legge Severino, riteniamo necessario il confronto, anche aspro, tra posizioni diverse.
Per discutere della questione che riguarda anche un carattere fondamentale del nostro partito, e cioè la difesa della legalità, abbiamo promosso un incontro di discussione e confronto con Luciano Violante domenica 1 settembre, alle ore 15.00, presso la sede del Partito Democratico di Torino in via Masserano 6/a, come Senatori del Partito Democratico del Piemonte
All’incontro sono stati invitati il Segretario regionale Gianfranco Morgando e il Segretario provinciale Alessandro Altamura.
Stefano Esposito
Federico Fornaro
Vannino Chiti
Daniele Borioli
Elena Ferrara
Elena Fissore
Nicoletta Favero
Patrizia Manassero
Magda Zanoni