22 marzo, alle 14.30, il sindaco di Torino Piero Fassino era atteso al comune di Susa per discutere con il sindaco di Susa Gemma Amprino del progetto smart city legato all’alta velocità. Questo progetto prevede l’abolizione di tutte le province creando così un’unica città metropolitana governata dal Sindaco di Torino. Sindaco che avrebbe poi il compito di gestire l’assemblea di tutti i sindaci dei singoli comuni all’interno della quale ogni comune dovrà portare le proprie interpellanze. Una pura operazione di propaganda in vista delle prossime elezioni comunali di maggio che vedranno molti comuni della valle di Susa coinvolti. Sul piatto dell’incontro dunque l’ennesima compensazione o meglio truffa verso i cittadini. Un piano chiaro di smantellamento delle autonimie locali in questo caso parecchio scomode perchè contrarie al piano speculativo tav Torino Lione. Governiamo noi da Torino, non vi preoccupate di nulla, molti vantaggi in arrivo, molti cantieri.
Proposta accolta ovviamente dal sindaco di Susa Gemma Amprimo accompagnata dai quattro amici che con lei hanno deciso di cedere al piano di aggressione della valle. A controbattere una delegazione del movimento no tav che ha accolto fuori dal palazzo con cori e insulti il teatrino. Molti i sindaci no tav invece presenti nella sala del dibattito che con il portavoce Nilo Durbiano, sindaco di Venaus hanno messo in discussione e poi respinto l’offerta. Dubbi sulla reale bontà dell’operazione, chiaramente svelata dalle parole di Fassino stesso. Un paio di interventi anche del comitato no tav di Susa che ha attaccato duramente il sindaco su cantieri e rischi reali e già dimostrati per la salute pubblica. Si chiude così una delirante passerelle elettorale simile al tardo impero romano, promesse e parole, nulla più. In chiusura una piccola perla di saggezza dell’ossuto esponente del pd “Allora se c’è l’amianto chiudiamo subito anche il frejus?”. Arriaviamo qui addirittura a paragonare una galleria fatta e finita da un secolo le cui rocce sono state fissate dal cemento di Cavour ad un nuovo cantiere progettatonegli anni 2000 con la consapevolezza dei rischi di scavo. Come sempre “A sarà dura!”