Nelle giornata di venerdì 22 settembre sono stati contestati a Torino il governatore della regione Piemonte Cirio e il sindaco Lo Russo. Chiara la linea di demarcazione, grandi opere, la Torino Lione un esempio lampante di spreco economico e devastazione ecologica contrapposta alla necessità di investire in opere utili. Era atteso anche il ministro dell’ambiente Pochetto Frattin che però non si è presentato limitandosi ad un messaggio.
Ancora una volta in alto le bandiere No Tav in una città come Torino simbolo dell’inquinamento e al tempo stesso della resistenza ambientalista. Qui di seguito il comunicato di Potere al Popolo Torino.
Oggi il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin incontra Lo Russo e Cirio per confrontarsi su “politiche e sfide ai modelli del XX secolo”. Siamo andati a disturbarli perché è un tema urgente, ma la soluzione non arriverà da chi tutto vuole, tranne mettere in discussione l’attuale modello produttivo.
La crisi ambientale richiede una transizione ecologica basata su giustizia e condivisione, su produzione e consumo nel rispetto dei ritmi della natura e del nostro tempo di vita. Invece, come giovani e lavoratrici, veniamo sfruttate sul lavoro allo stesso modo in cui voi, politici e aziende, sfruttate questo pianeta, ignorando noi e le persone costrette a migrare per fuggire dalle catastrofi ambientali ed economiche che alimentate.
Il clima è un problema globale. A luglio la temperatura terrestre ha superato la soglia chiave del +1.5°: serve un’azione condivisa a livello internazionale, non guerre per le risorse energetiche. Ma servono anche azioni locali: basta cementificazione, investimenti su trasporto pubblico e tutela del territorio, stop alle grandi opere inutili. Alla val Susa non serve il TAV, che brucia soldi pubblici e consuma acqua e terra, ma manutenzione del territorio, come dimostra l’esondazione di Bardonecchia. Idem in Emilia o in Sicilia, dove in estate la terra bruciava mentre voi blateravate di ponte sullo stretto.
Se questo non accade è colpa di un sistema capitalista, che divora tutte le risorse umane ed ambientali, e dei suoi servitori, come voi. La vostra unica risposta alla nostra eco-ansia sono lacrime di coccodrillo da comode poltrone ai grandi eventi. Noi invece sappiamo che per salvare il pianeta dobbiamo distruggere il sistema. Che l’ansia non è uno stato psicologico da “curare” individualmente, ma qualcosa che deve essere combattuta insieme, trasformando l’eco-ansia in eco-rabbia.
Non vi lasceremo svuotare questa nostra rabbia, continueremo a lottare e solidarizzare con chi viene criminalizzato solo per aver utilizzato il proprio corpo o un po’ di vernice per esprimere dissenso.
DISTRUGGIAMO IL SISTEMA, NON IL PIANETA!