E’ notizia di queste ore che da oggi anche Checco, compagno di Bologna, uno dei No Tav arrestati durante una passeggiata notturna a settembre, è agli arresti domiciliari. Dopo l’arresto avvenuto il 5 settembre vicino al cantiere di Chiomonte, 8 No Tav avevano passato alcuni giorni in carcere per essere poi rilasciati con l’obbligo di dimora nel comune di residenza, l’obbligo di firma quotidiana e il rientro a casa tra le 20 e le 7 del mattino.
Il pm Rinaudo non contento delle misure cautelari decise dal gip aveva fatto ricorso durante l’autunno, ottenendo dal tribunale di Torino l’inasprimento della misura cautelare per due dei Notav: Jacopo (il dottorando del Politecnico messo agli arresti domiciliari a Febbraio) e Checco.
Ad oggi non è stata fissata nemmeno l’udienza preliminare del processo, ma nel corso di questi nove mesi si sono protratte le misure cautelari (l’obbligo di dimora ed il rientro notturno) per gli altri arrestati Francesca, Valeria, Pier Paolo, Carlo, Alex , tranne che per Gianluca che è minorenne. A Valeria, studentessa all’Università di Torino, da nove mesi viene consentito di recarsi a Torino solo per sostenere alcuni esami, ma non per seguire le lezioni o vivere nella città in cui (in teoria) studia. Anche in questo caso la magistratura torinese punisce chi non è stato ancora processato e si accanisce su chi lotta rendendo difficili anche gli aspetti più basilari della vita, come lo studio e il lavoro.