Quella di oggi è stata una splendida risposta che il movimento No Tav ha dato alle ultime settimane di attacco frontale da parte della lobby del Tav e in centinaia, moltissimi valsusini over 50 ma anche parecchi giovani che a casa non riescono a stare, si è tornati in Clarea.
Se ieri leggendo i giornali quell’angolo di valle sembrava interdetto definitivamente ai non autorizzati, ecco che proprio li oggi son tornati a risplendere i volti, le voci e i colori No Tav.
Una manifestazione colorata e festosa che però ha dichiarato da subito la sua determinazione nel voler arrivare nel cuore della Clarea, a ridosso del cantiere della devastazione, dove si sta scavando un buco che, già si sa, non porterà da nessuna parte.
Abbattere il muro della menzogna, gettare su tutti loro la vergogna ma, soprattutto, stringere una volta di più quel patto generazionale tra gli anziani (perdonateci il termine) e i giovani del movimento, quelli che la magistratura ha messo sotto attacco e che all’interno del movimento hanno trovato e troveranno sempre immensa solidarietà.
Non dimentichiamo, infatti, gli arresti degli ultimi mesi, i fogli di via, le botte, le molestie, le perquisizioni con accusa di terrorismo e rivediamo nello spirito della manifestazione di oggi un rifiuto a tutti quei divieti e al tentativo di dividerci tra buoni e cattivi.
La marcia, partita da Giaglione alle 16.30 ha visto da subito in prima fila gli over 50 con i martelli per abbattere il muro della vergogna, quello del cantiere Tav.
Mentre i primi arrivavano alle reti, altri gruppi di No Tav sopraggiungevano dai vari punti della Clarea. Quest’oggi non c’erano visibili posti di blocco, solo degli idranti posizionati al di la delle reti che non sono stati messi in funzione e, ovviamente, numerosa polizia all’interno del fortino.
Importante la presenza delle donne, in prima fila e determinate, all’indomani di quella vergogna che passerà alla storia come decreto contro il femminicidio, trasformato strada facendo in decreto sulla sicurezza per la quantità di argomenti che strumentalmente hanno inserito al suo interno.
In diversi punti del cantiere le reti sono state tagliate, perché li non c’è nulla di sacro o inviolabile, e poi con calma la marcia si è diretta verso il campeggio di Chiomonte dov’è tutt’ora in corso una grigliata e si fa festa.
Prosegue così l’estate di lotta, col campeggio oramai stabilito a Chiomonte e molte altre iniziative in programma.
E’ il summer time, è il tempo della lotta!