La situazione è difficile ma proprio per questo anche quest’anno non poteva mancare una presenza no tav l’8 dicembre. Il fallimento di un modello di sviluppo che richiede il sacrificio di uomini e natura per i profitti di pochi è ormai sotto gli occhi di tutti. Grandi opere invece di ospedali, cemento invece di boschi ci hanno portato nel baratro in cui oggi ci troviamo mentre la classe politica tutta dimostra ancora una volta di essere totalmente inadeguata a disegnare un futuro più vivibile per tutti, schiava di lobby e interessi che nulla hanno a che vedere con la comune felicità.
Oggi come ieri resistiamo ad un’opera devastante e criminale, lo facciamo nonostante Procura e Tribunali ci condannino, lo facciamo perché in gioco c’è il futuro di tutte e tutti. Dalle 11, ci siamo ritrovati al presidio di Venaus per fare il punto della situazione. Tanti sono stati gli interventi a cominciare con quello di Alberto Perino che ha ricordato che con il revovery plan il governo giallorosa ha destinato 27 miliardi alle grandi opere, compreso il Tav Torino-Lione, mentre solamente 9 miliardi di euro saranno dedicati alla sanità pubblica. Questa è la cifra delle priorità dei nostri governanti che già si leccano i baffi pregustando appalti e favori da elargire a piene mani agli imprenditori che li tengono al guinzaglio.
Abbiamo anche letto insieme la lettera con le parole di Dana che ancora si trova al carcere delle Vallette di Torino. Ci ha ricordato che la forza del nostro movimento passa anche dalla solidarietà che produce e che sa non lasciare indietro nessuno. Insieme a Dana, abbiamo inviato un saluto caloroso a Stella, Fabiola, Stefano e Mattia ancora ai domiciliari. Che grande gioia invece ritrovare Emilio finalmente insieme a noi, anche solo per una giornata! Presentando il suo libro ha martellato ancora una volta su quanto sia importante continuare a lottare e a stare insieme.
Erano presenti anche alcuni rappresentanti delle amministrazioni comunali come il Sindaco di San Didero, la Sindaca di Bussoleno e l’assessora Arisio di Avigliana. Tutti hanno rimarcato l’esigenza delle amministrazioni di fare unione e continuare a contrastare con l’infame ricatto che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti torna a proporre con il nome di compensazioni. Le tante piccole opere di cui il nostro territorio ha bisogno non possono essere barattate con l’assenso alla grande opera inutile.
Anche i giovani No Tav che presidiano i Mulini sono scesi dalla Clarea per ricordarci di quanto sia importante continuare a fare pressione su quel cantiere mortifero. Di come la terra ci chieda di fare il possibile per difenderla e di quanto sia fondamentale resistere per garantirci un futuro.
La scelta di San Didero per questo 8 dicembre di lotta non è casuale. È qui che è prevista la costruzione di un nuovo autoporto, funzionale al TAV. I terreni su cui i promotori vorrebbero versare questa ennesima colata di cemento sono estremamente tossici a causa dell’acciaieria che per quarant’anni sputa diossine dal grosso camino. Se TELT andrà avanti con questo scempio bisognerà anche sacrificare l’area antistante al presidio, che compone un ricco polmone verde per l’intera bassa Valle Susa. La zona di San Didero sarà quindi costantemente monitorata dai notav nei prossimi mesi, i valsusini sono agili e veloci, la macchina del TAV è il solito gigante dai piedi d’argilla: è da qui che passerà ancora una volta la nostra resistenza.
Dopo una calda polentata ci siamo confrontati ancora sulle tante idee che abbiamo per proseguire nella nostra lotta che, come ha ricordato Nicoletta, ci parla di un futuro di libertà e dignità per tutte e tutti.
Per un’immacolata liberazione, ora e sempre No Tav!