Aggiornamento ore 11,30: l’operazione nei confronti di Giuliano, iniziata stamane all’alba, si è conclusa. Come riportato da alcuni giornali si tratterebbe di un’indagine rispetto la giornata della marcia no tav degli over 50, in cui la magistratura torinese accusa Giuliano di “intimidazione” ai danni di una persona di cui viene celata l’identità. Non sorprende nessuno che, anche in questo caso, Giuliano sia un attivista del movimento con la passione della fotografia, infatti dalla sua casa, oltre pochi indumenti, sono state sequestrate tutte le sue macchine fotografiche professionali, pc, hard disk e telefoni cellulari.
Da riportare l’aggressività con cui tale operazione è stata eseguita, con la digos che arrivando in casa ha svegliato volutamente tutto il palazzo, non ha subito rivelato i motivi della perquisizione (sono in realtà tenuti a mostrare l’atto prima della perquisizione) ed ha impedito a Giuliano di avvisare l’avvocato e lasciare i verbali alla sua compagna, portandolo via per l’identificazione in Questura, con l’obiettivo di non far trapelare informazioni immediate a parenti, amici e il movimento tutto.
Dopo le perquisizioni di ieri mattina, quella di oggi si aggiunge alla lunga serie di intimidazioni che la procura torinese capitanata da Caselli sta perpetuando a danni degli attivisti del movimento No tav, alla ricerca ossessiva e compulsiva di qualche presunto reato da sbattere in prima pagina, per continuare la campagna mediatica sostenuta dalla lobby del Tav.
Semplicemente ridicoli, il movimento resta unito e respinge al mittende tutte le accuse.
Solidarietà a Giuliano!