2500 persone hanno marciato sotto un sole cocente, per le vie di Arquata Scrivia,
paesino della val borbera in provincia di Alessandria. Tantissime bandiere notav portate dalla gente dei comitati venuti anche dalla vicina Novi Ligure, giovani e meno giovani, ancora una volta come in Valsusa tre generazioni scendono in piazza per difendere il loro territorio che rischia di essere devastato dal cantiere dell’alta velocità. Apre il corteo il trattore con rimorchio del comitato della frazione Rigoroso, dove è presente una falda acquifera che porta l’aqua a tutti i paesi della zona, e dove gli ingegneri del tav hanno deciso di far passare la ferrovia. “Ad Arquata come a Chiomonte” urlano i ragazzi del locale comitato, preaguruando il blocco del cantiere anche nel basso piemonte. Dal versante ligure importante la testimonianza del comitato genitori-insegnanti della Valpolcevera la cui scuola “villa sanguinetti”, sarà chiusa per diventare un ufficio tecnico dell’alta velocità, con annesso cantiere nel loro territorio.
Nutrita la delegazione della Valsusa che viene applaudita, così come numerose sono le bandiere appese alle finestre e in molti negozi, insieme al manifesto del corteo. Applauditssimo l’intervento del sindaco (espressione di una lista civica di ispirazione centro destra) che ha sottolineato l’importanza della difesa del territorio minacciato dall’opera, per inciso l’unico sindaco notav della valle scrivia, a rimarcare la miopia dei sindaci del pd, schierati con la lobby dell’alta velocità contro i loro stessi cittadini.
La manifestazione si conclude con l’invito a proseguire il lavoro territoriale dei comitati, in attesa del millantato avvio dei lavori in autunno.
Ad Arquata come a Chiomonte, A Sarà Dura