E’ stata una bella serata quella di giovedì 17 marzo a Susa. Sono passati due giorni appena dagli arresti e dalle perquisizioni di martedì mattina ed un migliaio di notav sono scesi di nuovo in strada per manifestare il loro sdegno. Il ritrovo era alle 20.30 in piazza della stazione e da lì si è partiti in direzione della caserma dei carabinieri. Durante il percorso sono state rispiegate le ragioni di questa mobilitazione. Una operazione o meglio una porcata messa in piedi dai carabinieri locali su mandato della procura torinese. Una pura vendetta dopo che a settembre 2015, un gruppo di no tav di varie età di ritorno da una cena in val Clarea, a ridosso del cantiere, si era rifiutato di farsi identificare a Bussoleno. Il motivo del rifiuto era molto semplice, sentirsi stufi di continui soprusi e angherie da parte delle forze di occupazione che continuamente chiedono i documenti alle persone che partecipano alle iniziative no tav. Nel caso specifico si era andati oltre, seguti nel paese in cui vivono, a pochi passi da casa, con toni fascisti “ho avuto meno problemi con rumeni e albanesi che con voi” o peggio ” se c’era lui (il duce) non eravamo qui”. Parole pronunciate dal maresciallo Pisano nel cui ufficio verrà trovato durante le operazioni di identificazione di martedì anche un calendario di Mussolini. Chiusa la serata dopo sei mesi ecco la vendetta. 4 arresti e 4 obblighi di firma quotidiana, perquisizioni alle 5 del mattino, nudi in casa indagati e conviventi. Di fronte al sopruso esce la dignità di un popolo che scende in strada e si reca verso la fonte del problema. Insieme si arriva dunque alla caserma che è militarizzata per l’occasione con l’aiuto dei mezzi blindati della polizia che per l’occasione sono accorsi in aiuto dei fetenti colleghi. Coscienza sporca e paura producono uno schieramento degno di un fortino coloniale dove le truppe proteggono l’avamposto. Molti gli interventi e la partecipazione di amici e parenti degli arrestati, in tanti anche i sindaci del territorio con senatori e consiglieri regionali. Tante le sezioni e le bandiere dell’ANPI in solidarietà con Giulia presidente della sez. di Bussoleno colpita dalle misure. Toccanti le testionianze di chi, colpito dalle misure cautelari ringrazia per la solidarietà e rilancia la mobilitazione dichiarando di non accettare e non voler sottostare ai divieti. La misura è colma, vengono lasciate scarpe vecchie di fronte alla caserma, in segno di disprezzo. Aggirando poi il blocco il corteo prosegue verso l’altro lato della caserma ed infine sulla via del ritorno di nuovo in piazza della stazione. Proseguiranno nei prossimi giorni le mobilitazioni e inizieranno gli interrogatori di garanzia. Invitiamo tutti a partecipare e a sotenere la lotta del movimento no tav.