[Di Lele Rizzo]
E’ colpa dei NO TAV o è colpa di Grillo, questo è il refrain che dalla fine dello spoglio elettorale sentiamo dire in ogni dove. Perdere fa sempre male, ma non comprenderne mai le cause…è veramente diabolico. Mercedes Bresso ha perso e con lei è capitolato il centro sinistra e chi aveva scelta di fare fronte insieme a lei per scongiurare la minaccia leghista. E la sconfitta della (ex) zarina è più pesante sulla bilancia della vittoria della Lega. Si perché la Bresso rappresentava quella nomenclatura politica che è il Pd (soprattutto xd DS) e il potere politico piemontese; la sua forza, il suo “peso” e la sue caratteristiche (tra cui spicca l’arroganza). Lei proprio, la ex ambientalista, ci ha sempre spiegato perché il tav è utile: perché va fatto e lo vuole l’Europa!, e quindi ora dovrà andare in Europa a chiedere spiegazioni e magari c’incontra pure mentre portiamo la documentazione sulle nostre ragioni e chissà cosa ci augurerà! Questi signori dovrebbero imparare a crederci un po’ di più quando diciamo che il tav porta sfiga…
Ha vinto la Lega, il partito del nord e delle Alpi, e per noi si apre una fase nuova, dove dovremo vederli all’opera con chi difende il territorio veramente, chi lo cura, chi ne immagina un futuro utile a tutti. Fossero vere quelle quattro cose che sostengono i “lumbard”, Cota dovrebbe venire in Valle di Susa e dichiarare la resa: “avete ragione voi, il territorio va difeso e preservato, io e il mio partito ritiriamo l’idea del progetto”. E invece mi sa che non sarà così e vedremo gli equilibrismi di chi dice tante cose ma poi è uguale agli altri, e magari darà la colpa agli immigrati per le manifestazioni NO TAV e non solo ai centri sociali. Vedremo anche il ministro Maroni che userà i manganelli romani sul popolo delle montagne piemontesi e Cota cosa dirà…
Il movimento non ha colpe di sorta, neanche quella di aver votato Grillo. Le colpe sono da ricercarsi altrove e le lacrime di coccodrillo della sinistra lasciano il tempo che trovano. Vi ricordate dopo il 2005 le percentuali che presero Verdi e Rifondazione? Lasciavano disarmati, era il premio a chi aveva sostenuto il movimento con convinzione e spirito giusto. Poi le cose sono cambiate, e sempre la scelta di stare dalla parte sbagliata pur sostenendoci è quella che ha fatto la differenza. Il dodecalogo di Prodi ad esempio? E questa volta la scelta di sostenere la Bresso? Sono nonostante il terremoto che c’è stato in mezzo, cause dell’addio. Non basta chiedere il voto sulla fiducia di chi si conosce (che per’altro è avvenuto), che non viene mai messa in dubbio, serve sostanziare con qualcos’altro, ed è quello che è mancato.
Tra le altre cose che ci vengono imputate c’è quella di pensare solo al Tav, e su questa monotonia si aggiunge anche la sinistra dicendo che la coalizione non avrebbe parlato di Tav ma di tutti gli altri argomenti, e per questo si doveva sostenere la Bresso. Solo che il Tav rappresenta un modo d’intendere lo sviluppo e le finanze pubbliche, che tutto il resto lo azzera, perché se devono saltare fuori i soldi per fare il tav sapete da dove li prenderanno? Proprio dagli altri punti che giudicate più importanti, magari vi sareste trovati a fare una buona sanità sulla carta, solo che mancavano all’appello metà dei fondi perché erano dirottati sulla galleria di Chiomonte? E non mi sembra poco.
Così come accusarci di essere troppo “semplicisti”, di guardare solo al nostro orticello, e che invece c’è chi pensa ai massimi sistemi, che sono ben più complessi del Tav. E che sapete, per noi il tav fa parte dei massimi sistemi, anzi è un pezzo di quel sistema che genera mostruosità come un opera inutile da fare per forza, utilizzando i soldi tutti, anzi forse oggi si sta configurando come “il sistema”.
Mi sembra molto, anzi troppo. Così come chiedere a prescindere un’adesione, chiedendo di turarsi il naso e fare quello che è giusto. Sono cambiati i tempi evidentemente e leggete bene le proporzioni dei voti, provate a prendere in considerazione alcune cose in più rispetto a quelle che ripetete a noia.
Prova a comprendere che quel quasi 40% piemontese (e in tendenza con il dato nazionale) rappresenta molte cose; ad esempio il distacco dalla politica intesa come comitato d’affari organizzato e come aggregazione incapace di risolvere e soddisfare problemi e bisogni reali; chi non ha votato non è solo per andare al mare, ma per dare segnali chiari alla politica istituzionale e al contempo rappresenta anche una scelta politica precisa, che premia o bastona a seconda poi delle regioni. Il voto in Valle di Susa ha risentito anche di questo, nell’astensionismo di Valle c’è da leggere anche il no tav. Mario Virano ha poco da dire, poi sostenuto anche da Chiamparino, “lo considero un elemento di chiarezza. A differenza del passato, quando le posizioni di chi si opponeva all’opera erano confuse nel voto dei partiti tradizionali, questa volta c’è un partito del no che ha chiesto è ottenuto consensi su quel punto. Sappiamo che in Valle pesa, tra il 15 e il 25 per cento, e che ora ha di fronte tre strade: prendere atto di essere una minoranza, cercare di comportarsi come se fosse una maggioranza, cercare di lavorare per aumentare i consensi. Vedremo nelle prossime settimane”[La Repubblica 31/3/2010]. Strano perché vedendo i voti delle ultime elezioni comunali non ci sembra. Poi caro Virano, come da anni avviene, il consenso no tav è presente a prescindere dai voti, che sono influenzati da molte cose. Si deve rassegnare perché anche tra chi si è astenuto, chi ha votato Lega, Pdl e Pd, ci sono cittadini che stanno dalla parte del no tav. Lo dimostrano i numeri delle manifestazioni e lo dimostra il presente di questo movimento, che per inciso non ha mai dato indicazioni di voto a nessuno, né in passato né oggi. Le decisioni noi continuiamo a prenderle in assemblea e non ne abbiamo mai presa una in merito. E’ il popolo che senza bisogno di capi-popolo, prende le sue decisioni, informandosi (e guardate che in Valle di Susa questo avviene davvero tanto) e decidendo autonomamente. Si tav sono piccoli o medi affaristi o il ceto politico che vive nel vostro mondo, non in quello reale.
Fa specie vedere una zarina cadere dal trono dicendo che ha pagato il aver aderito alla conferenza si tav del Lingotto e poi sentirci dire che non siamo determinanti. Certo magari non lo saremo per numeri elettorali, ma il Piemonte non era il “laboratorio politico”? Non era l’unica regione a confrontarsi con la presenza di un movimento reale? E quindi il rapporto/scontro con esso centra, eccome se centra.
Infine forse Virano, Chiamparino e soci dovrebbero preoccuparsi di altro, ci avevano detto in coro con il Prefetto che i sondaggi non si sarebbero fermati per le elezioni nemmeno per la sindone: le elezioni sono passate trivelle non ne abbiamo viste…chissà chi è più in difficoltà?