Mario Virano si è dimesso dall’incarico di presidente dell’Osservatorio sul Tav. Lo ha annunciato oggi a Torino, al termine dell’83ma riunione dell’Osservatorio, ed è arrivata al termine della riunione odierna nel corso della quale aveva presentato un documento sulle specifiche progettuali, i tempi e i modi per “progettare la progettazione” come ama dire. In uno scatto di dignità i tecnici della Comunità Montana della Bassa val di Susa non hanno firmato il verbale dichiarandosi senza mandato per proseguire ( a differenza di Ltf, Rfi, Alta Val di Susa, Val Sangone). Il commissario/architetto/presidente a quel punto decide di sciogliere l’Osservatorio e consegnare nelle mani del governo la vicenda, un modo furbo per celare dietro ad un atto di lesa maestà, un cambio di strategia e uno scaricamento della componente sindaci forse ormai non più utile. Dopo la conferenza stampa, i titoli dei tg e il clamore mediatico, il governo fa sapere di confermare “fiducia, gratitudine e apprezzamento” e annuncia che nella prima riunione di gennaio formalizzerà il rinnovo dell’incarico assegnando a Virano i poteri e le responsabilità che servono alla strategia della nuova fase. “Dispiace – dice la nota della presidenza del Consiglio – che l’impegno appassionato dell’architetto Virano non trovi sempre l’attenzione che merita”. La presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso parla di “spaccatura incomprensibile” e dice di essere preoccupata per il futuro: “In questo modo si rischia di riaprire pericolosi conflitti territoriali. Il sindaco Sergio Chiamparino si augura che il ministro Matteoli confermi Virano: “Mi auguro inoltre che Virano ci ripensi e soprattutto spero che i sindaci della valle riflettano sul loro atteggiamento, perché nessuna minoranza può permettersi di bloccare un’opera importante sul piano nazionale e internazionale”. Solidarietà a Virano arriva anche dal senatore del Pdl Enzo Ghigo, “ora però si tratta di stringere, portando a compimento il lavoro dell’Osservatorio, il mandato politico è chiaro”.
Come al solito tutto il coro della lobby del Tav canta senza stonature, e per una volta i sindaci della vallecompiono un atto da “valsusini”. A margine della conferenza stampa hanno rilasciato dichiarazioni dicendo che “non si può continuare ad andare avanti nell’Osservatorio dove si devono approvare documenti elaborati in altre sedi e che non hanno potuto neanche essere letti e discussi in sede politica.” Sta di fatto che rimangono impressi i volti e le bandiere dei 30.000 no tav che hanno manifestato il 6 dicembre a Susa , il giorno dopo l’erogazione del finanziamento europeo, che diventano, o meglio rimangono, l’unico vero scoglio alla progettazione.
- rassegna stampa
Tav Torino-Lione, si è dimesso il presidente dell’Osservatorio-Repubblica
Torino-Lione, Virano si dimette -La stampa
Ascolta il commento di Lele Rizzo , del comitato di lotta popolare di Bussoleno:
“Quello di ieri è un atto politico, questo è da capire bene, dietro a ciò che sembra un” atto di lesa maestà” c’è una strategia chiara di cambiare fase, e serve a questo[…]; i sindaci in questo modo hanno quasi dimostrato di essere valsusini[…]; L’unia vera garanzia è il popolo no tav e lo dimostra con l’unico rapporto che ha con l’osservatorio e il governo, un rapporto conflittuale, organizzato in movimento popolare[…]