Come già anticipato nella giornata di ieri ecco le novità del summit torinese sulla Torino Lione. Il soggetto centrale delle discussioni sembra essere l’isteria generata dal non aver potuto invadere la val di Susa con la conferenza programmata al castello della marchesa. E’ quindi un problema di ordine politico, poco spazio rimane alla discussione programmata. Non era di Torino Lione o di tutte le belle promesse che Virano e soci avevano in serbo per il mondo economico che si doveva parlare. Ieri in val di Susa si doveva celebrare la risoluzione del conflitto, l’apertura di una nuova fase, fatta di dialogo, a senso unico però e di strette di mano davanti agli obiettivi. Questa la vera isteria, il non aver fatto i conti con una valle, che sfortuna loro resiste e continuerà a resistere. Forse le parole dell’assesore regionale Bonino sono quelle che meglio riassumono lo stato d’animo dei partecipanti “..chi mantiene un atteggiamento di chiusura sia chiaro che da questo momento non sarà più coinvolto nella progettazione e nel dialogo sulle ricadute per il territorio..”. Questo, ci dispiace per l’assessore, è un chiaro esempio di stile mafioso-criminale. Chi non è complice non divide il bottino, come nelle migliori tradizioni italiane di associazione a delinquere. Sicuramente dalla valle di Susa non verseremo lacrime. A testa alta come sempre si diserteranno tutti i tavoli e i luoghi in cui per qualche compensazione o meglio trenta denari si deciderà la distruzione del nostro territorio. Interessanti anche le dichiarazioni di Virano che in merito al piano di sondaggi sembra correre ad una ritirata strategica. Piano sospeso fino a nuovo ordine e soprattutto ridotto in quanto il progetto è pronto e quindi alcuni sondaggi sulle varie opzioni di tracciato non sono più necessari. Siamo alla farsa, questi sondaggi che erano dislocati a pioggia sulle varie opzioni di tracciato e dovevano servire a capire quali erano le opzioni migliori sono ora inutili. Se il tracciato è gia deciso a cosa serve fare i sondaggi per capire dove è possibile costruire? Per chiudere in bellezza parla poi del tunnel di base che diventa prioritario e da lì si parte. Ecco quindi venire a galla il vero obiettivo, la mega galleria di 52 km. Insomma tutto come nel 2005 a Venaus. E poi ci si stupisce se il movimento no tav continua a rimanere fermo sulle sue posizioni.
- Rassegna Stampa La Repubblica 15-06
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