di Luca Mercalli – 25 Agosto 2011 per Cado in Piedi– Proseguono gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Le Istituzioni continuano a ignorare il problema di base: l’opera serve o non serve? I lavori sono solo propaganda, non esiste alcuno scavo e lo “pseudo cantiere” è solo un’area recintata tra i boschi
Non si allenta la tensione in Val di Susa, dove continuano a registrarsi scontri tra manifestanti No Tav e forze dell’ordine. Qual è la situazione attuale? I media non ne parlano quasi più…
“Certamente, la tensione è sempre elevata nella zona dello “pseudo cantiere”, perché ricordiamo che quello in Val di Susa non è un vero e proprio cantiere ma è soltanto un’area recintata, e in tutti questi mesi non si è fatto altro che mettere e togliere reti per dimostrare in qualche modo di volere iniziare un’attività… Comunque, la gente non molla, ogni giorno c’è qualche iniziativa di protesta, qualche provocazione, giusta o sbagliata che sia, ma questo – secondo me – ha un grande significato perché tiene alta l’attenzione sull’indifferenza delle Istituzioni di fronte al problema di base: l’opera serve o no?. Questo è il punto fondamentale. È inutile che trasformiamo ogni giorno qualche scaramuccia in una questione di ordine pubblico, questo verrebbe dopo, prima bisogna affrontare la questione dell’opera: serve o non serve? Quali sono i dati o meno a supporto di questa scelta? Quali sono gli scenari economici pesantissimi, che graverebbero sul Paese, peraltro in questo momento di estrema difficoltà, e solo dopo che ci saranno risposte precise, rigorose, con dati di supporto, con un serio dibattito a questa domanda, una volta che ci sia una decisione ragionata, si potrà discutere del rapporto con la popolazione. Invece questa fase continua ad essere ignorata, nonostante l’appello al Presidente della Repubblica, sottoscritto da 135 docenti universitari e ricercatori di tutta Italia, presentato il 26 di Luglio ma rimasto ancora senza risposta, dove si chiede proprio questa analisi dei dati ormai come questione di metodo, non è questione ormai di democrazia, qui prima di tutto è una questione di metodo scientifico.”
Dicevi di uno “pseudo cantiere”. Proprio in relazione a questo, qual è lo stato dei lavori? Gli operai hanno iniziato a scavare?
“Siamo lontanissimi dalla fase di scavo, qui si tratta semplicemente di un’opera di propaganda per dimostrare all’Unione Europea che c’è la volontà di andare avanti, ma in realtà non c’è nessuno scavo, c’è una zona di boschi semplicemente recintata e presidiata dalle forze dell’ordine, dove eventualmente in futuro si dovrebbe iniziare a scavare il tunnel esplorativo, vale a dire non il vero e proprio imbocco del supertunnel da 57 chilometri, ma semplicemente un tunnel di servizio che servirebbe per verificare le condizioni geologiche, geofisiche della roccia che potenzialmente potrebbe essere attraversata dall’opera definitiva.
Quindi siamo in una fase estremamente “marginale” dell’opera stessa, qui non si sta bloccando un progetto che è già partito e di cui si sono realizzate parti importanti, siamo veramente ancora alla fase delle cartine con una riga tirata sopra.”
La situazione resta tesa. Cosa prevede per l’autunno? Quali soluzioni si potrebbero mettere in atto?
“La gente continua a far sentire la propria voce e soprattutto ha sempre meno fiducia nelle Istituzioni, perché il muro di gomma che viene costantemente elevato di fronte alla legittima richiesta di un’analisi ragionata e ragionevole delle motivazioni dell’opera, chiaramente porta le persone all’esasperazione. Non c’è verso di avere forze politiche e istituzionali che scendono al confronto sui dati fondamentali dell’opera.
Quindi da un lato, abbiamo la protesta popolare che continua a crescere e, a mio parere, non lascerà certamente la presa nei prossimi mesi, con costi peraltro anche elevati per tutta la gestione delle forze di polizia che sono coinvolte in questo assurdo e surreale scenario. Dall’altro, c’è anche un aspetto legato alla maturazione, anche tecnica, del mondo scientifico su questo problema, tant’è che proprio domani, 26 agosto, verrà inaugurato tra Venaus e Bussoleno il “Forum Internazionale contro le Grandi Opere Inutili” che è un momento di riflessione proprio sull’attuale gestione di queste grandi opere di cui la TAV Torino – Lione è solo un simbolo, ma che annovera purtroppo molti altri esempi in Italia.”