Di CLAUDIO GIORNO per Democrazia Km0 – I lavoratori del Teatro Regio hanno distribuito un volantino dal titolo “Io non ho paura (dei No Tav)”. Vale la pena riportarne alcuni stralci: “Siamo un gruppo di lavoratori del Teatro Regio, dove si tiene il concerto di chiusura delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. Era previsto che il concerto fosse gratuito e aperto alla cittadinanza.
È stato invece riservato ad un pubblico selezionato, perché le note tensioni con il movimento No Tav (che evidentemente scuote nervi e coscienze) hanno causato una ulteriore stretta dei già rigidi protocolli di sicurezza per le alte cariche istituzionali. Esprimiamo tutto il nostro dissenso per una scelta che costringe a blindare e militarizzare un luogo di lavoro e di divulgazione culturale. I motivi che scatenerebbero questa emergenza riguardano la lotta di una popolazione per la difesa del proprio territorio, che in questi anni ha coinvolto strati sempre più ampi della società civile e del mondo del lavoro e trova simpatizzanti attivi anche tra noi. Non ci sentiamo né minacciati né in emergenza, se non per l’atteggiamento e le reazioni delle istituzioni, che a nostro parere portano unicamente ad alimentare tensioni e paure fuori controllo e vanno nella direzione di un’indiscriminata repressione delle istanze sociali e popolari “
Torino 19 marzo 2012
E’ tutto sempre più blindato: lo sono le ragioni del si – gli stessi slogan da vent’anni – adesso diventati (con le stesse falsificazioni, i clamorosi errori, le improbabili “giustificazioni”) un comunicato ufficiale del governo dei professori. Professori che – se il metro di giudizio dovesse essere quello dei 14 punti che con un frettoloso e imbarazzante copia e incolla è stato messo sul sito di Palazzochigi – sarebbero stati da bocciare fin dalle medie inferiori.
Ma come accade da anni per le prime alla Scala di Milano, come è ormai prassi consolidata persino per le uscite pubbliche dell’amatissimo presidente della repubblica, il palazzo sembra voler blindare tutto quello che ci sta attorno, con l’andamento, lento ma inesorabile, che disegnano i cerchi sull’acqua di uno stagno dopo che vi è stato lanciato un sasso. Così diventa “normale” riaprire con i blindati dell’esercito discariche di rifiuti certificate sature e insalubri, presidiare chiese e monumenti in tuta mimetica, aprire cantieri con buldozer trasformati in panzer, fino a scortare navi mercantili in acque internazionali o altrui, con mercenari pronti a far fuoco su pescherecci sospetti di battere bandiera pirata.
Il nuovo ordine mondiale voluto dai banchieri che hanno gia imposto a tre su quattro degli stati PIIG i propri funzionari nel ruolo di primoministro (con lo scopo di trasferire dalla scuola, dal welfare, dalla sanità, ogni risorsa disponibile per onorare gli interessi sui derivati da loro stessi imposti ai politici oggi messi a ratificarne le decisioni) si muove sotto permanente scorta armata e impone le sue ricette “amare ma necessarie” con gli eserciti professionali.
Per questo, soprattutto per questo la Valle di Susa va occupata, i suoi abitanti “normalizzati”: Che la Torinolione non serva affatto per tenerci in Europa (semmai, aggravando il già insostenibile debito pubblico ce ne allontana) lo sanno meglio “loro” di noi. Ma è inaccettabile un precedente in cui i cittadini riescano a mettere in discussione le scelte dell’oligarchia liquida che si va sostituendo (oggi più di ieri ma ancora un po’ meno di domani) alle forme democratiche di governo fin qui conosciute.
E c’è ormai il rischio concreto – se si ostinano a voler suonare liberamente per i cittadini invece che all’interno dei recinti di filo spinato eretti a tutela dell’autorità costituita – anche i musicisti dei teatri dell’opera possano essere prima o poi sostituiti da mediocri ma disciplinati orchestrali di una fanfara militare.