Stop alla protesta sull’albero Don Ciotti convince il No Tav
A convincerlo a scendere dall’albero di Chiomonte sul quale era salito due giorni fa per protestare contro la Tav, è stato don Luigi Ciotti, il fondatore del Gruppo Abele e di Libera. Poco dopo le 19 Turi Cordaro detto Vaccaro, il ’pacifistà già protagonista di altre spettacolari proteste, ha lasciato il cedro nella centrale idroelettrica che è appena dentro l’area recintata per il cantiere della Torino-Lione, sul quale viveva da giovedì, senza mangiare nè bere, se non la sua urina, con poche coperte in fibra naturale a ripararlo dal freddo della notte e dalla pioggia. Turi si è calato da un ramo all’altro, da venti metri d’altezza, rifiutandosi di montare sul cestello dell’autoscala dei vigili del fuoco sul quale don Ciotti era salito per parlargli.
Quando i suoi piedi hanno toccato terra, è scoppiato l’applauso delle decine di attivisti No Tav che hanno seguito la sua protesta con trepidazione. Prima dell’arrivo in valle di Susa di don Ciotti, ’Vaccarò già aveva dato segni di stanchezza. «Vorrei restare quassù – aveva scritto su un foglio gettato dall’albero – ma mi rimangono poche energie per continuare il digiuno e per resistere, soprattutto se ci sarà ancora una notte con pioggia e vento». E poi, appreso dell’imminente visita di don Ciotti, Vaccaro aveva fatto capire che la protesta stava per finire. «Se me lo consiglia don Ciotti, potrei anche scendere, anche per mostrargli rispetto», era stato il suo messaggio.
Don Ciotti l’ha avvicinato portandogli la sua solidarietà. «È giusto – ha detto più tardi il fondatore di Libera – stare vicino a chi si batte per ideali che ritiene giusti. Non voglio giudicare se la Torino-Lione sia giusta o sbagliata, di certo, con l’Europa che arranca e l’Italia sulla soglia della bancarotta, le priorità sono altre: i soldi vanno investiti per il lavoro, per le politiche sociali, per il lavoro».
La protesta di Vaccaro proseguirà, a terra, dove continuerà a praticare lo sciopero della fame e della sete. Ex operaio Fiat, 57 anni, originario di Comiso (Ragusa), seguace delle filosofe orientali, il Turi tanto ammirato dal movimento No Tav ha nel suo curriculum proteste clamorose, tra le quali quella nella base Nato in Olanda, nel 2005, quando mise fuori uso due F16, prendendo a martellate i computer.
Il 27 giugno scorso, quando le forze dell’ordine strapparono ai manifestanti No Tav la ’Libera Repubblica Maddalena di Chiomontè fu il primo a essere bloccato: si era calato sull’autostrada Torino-Bardonecchia agitando teste di aglio davanti a Polizia, Carabinieri e finanzieri che stavano preparando l’intervento per recintare l’area del futuro cantiere del tunnel esplorativo della Tav. Con l’aglio – disse – voleva ’benedirè la ruspa che di lì a qualche minuto avrebbe abbattuto le barriere costruite dai No Tav per impedire l’accesso all’area del cantiere.