n un intervista publicata sul numero odierno di Luna Nuova, Antonio Lazzaro di ITALGOGE, rispondendo alle domande di Marco Giavelli sui cantieri ferroviari valsusini, a proposito dei ritardi nelle relative realizzazioni dei sovrappassi, oltre a rispondere nel merito delle domande del giornalista ha parlato anche della Tav. Scopriamo con piacere che anche gli imprenditori di settore hanno ben chiaro quale sarà la gestione degli appalti dell’opera. Grandi ditte esterne alla Valle si spartiranno il grosso dei lavori e gli imprenditori locali avranno forse la possibilità di raccoglierne le briciole.
Ecco allora che iniziano a scricchiolare la fantomatiche promesse di lavoro, d’occupazione, di businnes tanto sbandierate da Virano, Bonino, Saitta, Chiamparino, e non ultima la signora Ferrarini dell’Ascom di Susa.
Certo se ha dirlo sono i comitati No Tav, notoriamente estremisti e catastrofisti, sono tutte balle, ma in questo caso a dirlo è un’amministratore di una delle più grosse aziende di movimento terra e di edilizia dell’intera valle. Eppure un sacco di politicanti ci hanno riempito la testa e le “tasche” con queste moine che ci sarà lavoro abbondante per il territorio, con enormi ricadute occupazionali, con un crecendo di benessere economico derivato dalla Torino-Lione. Forse però parlavano di un altra vallata, sicuramente non di questa.
Noi nel mentre aspettiamo Bonino e Revello con la fantomatica “Operazione Verità”
…venghino siori, venghino!!!…
tratto da LUNA NUOVA
In Valle di Susa un cantiere come il vostro viene visto come l’anticamera di quello che potrebbe succedere con il Tav: vengono annunciati 10 anni di lavori che poi diventano almeno il doppio…“Vero. Pensi che noi abbiamo un appalto sulla Salerno-Reggio Calabria: dovevamo finirlo in un anno e mezzo ma è già tre anni che per varie vicissitudini siamo lì. Noi comunque non siamo interessati agli appalti per il Tav”.
Ma come: non avevate detto di ambire anche voi a quegli appalti? “Eravamo stati interpellati per la discarica di Cantalupa a Meana e quello rimane il nostro unico interesse. Quelli per l’opera sono appalti troppo grandi, e quindi rischiosi per una società come la nostra. Arriveranno grandi imprese da fuori e le ditte valsusine prenderanno soltanto le briciole. Noi puntiamo più su opere pubbliche per la Valle: strade e acquedotti”