E’ arrivata da Ventimiglia una ragazza con il viso dolce, capelli biondi, di nome Viola. E’ con alcuni suoi amici di un posto dove raccolgono olive e producono olio per la loro comunità. Mentre ci aiuta a preparare l’insalata e il pranzo abbiamo occasione di conoscerci un po’. Mi racconta che aveva portato il suo olio in una bottiglia che prima aveva contenuto vino. Per condire l’insalata la cerca, ma non ce n’è più traccia e ci chiede se gliela abbiamo spostata.. Nel pomeriggio ritorna ridente: aveva ritrovato la bottiglia, mancante di una buona parte di olio, scambiato per vino nella notte…Ne abbiamo riso perché, trattandosi di vero olio, tuttalpiù avrà accelerato qualche corsa per i campi!
Stefano invece, proveniente dalle Marche, studente-lavoratore, è stato soprannominato “scolapasta”. Capace di risolvere qualsiasi problema tecnico, non avendo ancora scolapaste adeguati per grandi numeri, si offre a rovesciare il pentolone pesantissimo con l’ausilio di chi trattiene il coperchio per separare l’acqua. Si presenta puntualmente, nei momenti critici, con questa espressione: “Ecchè? Avete bisogno di aiuto?”. L’accento da centro-sud ce lo rende ancora più simpatico e dobbiamo frenarlo per comprenderne le velocissime frasi. Adesso è ritornato a casa, ma ritornerà presto per il campeggio. Gli ho detto:”se ci siamo poi ancora” e lui di rimando: “Come no? Con quelle teste dure che tenete!?”
Ieri è ritornata una signora di Rivalta, di origini francesi. Avevamo già avuto occasione di parlarci e vedendomi mi ha salutata, mentre ascoltava il nostro gruppo notav che intonava la canzone occitana “Se Chanto”. Mi ha confidato che da piccola il papà, nel sud della Francia occitana, dove abitavano, era solito cantarla. Aveva le lacrime agli occhi per l’emozione; ho chiesto di cantarla ancora e lei ha telefonato alla sorella in Francia per fargliela sentire in diretta. Finale: piangevano tutte e due.
Questa è l’umanità vera che, anche venendo da lontano, ci sostiene e ci incoraggia a resistere.
Maria Chirio