L’8 Gennaio 2021 è andato in scena un nuovo atto della vergogna dello Stato Italiano.
La Corte di Cassazione si è infatti espressa sui fatti avvenuti tra il 29 e il 30 giugno 2009 a Viareggio in cui un treno merci che trasportava gpl, deragliò a pochi km dalla stazione ferroviaria, devastando i quartieri della città adiacenti, ci furono 32 vittime.
Ebbene all’alba di questo nuovo anno sono stati dichiarati prescritti, dalla Corte di Cassazione, gli omicidi colposi poiché non è stata riconosciuta l’aggravante delle norme sulla sicurezza sul lavoro, salvando di fatto tutte le società coivolte. Da notare che erano già andati in prescrizione le imputazioni per l’incendio colposo e le lesioni plurime gravi e gravissime.
Toccherà ora alla corte d’Appello di Firenze la riapertura dell’appello bis e rivalutare la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo.
PerMauro Moretti, ex A.D. (Amministratore Delegato) di Fs e Rfi, che per un errore strategico aveva rinunciato alla prescrizione nei gradi precedenti, rimane anche l’imputazione per omicidio colposo.
La Cassazione ha anche assolto definitivamente, perché il fatto non sussiste, tutte le società coinvolte che a vario titolo si sono occupate di manutenzione e controllo sulla rete ferroviaria, sui dispositivi di sicurezza e sui vagoni, comprese le ditte di manutenzione: Trenitalia, Rfi, Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania, Jungenthal Waggon, Mercitalia Rail.
Assolti dunque i manager di Ferrivie che non avevano messo a punto una valutazione del rischio nel trasporto di merci pericolose, gli operai italiani che tre mesi prima dell’incidente avevano montato l’assile, ovvero il tubo che collega le due ruote e gli operai tedeschi che controllando la qualità del pezzo con gli ultrasuoni, non si accorsero che la vernice nascondeva un importante strato di ruggine. Quell’assile, in corsa a 90 km orari, si spezzò, causando il deragliamento.
Viene da chiedersi come sia possibile che tre A.D. di tre società differenti siano stati condannati a vario titolo, non sono ancora state rese note le motivazioni della sentenza, ma che per le società invece, il fatto non sussista. Non è forse obbligo della società supervisionare la qualità del lavoro svolto dai suoi dipendenti? E non è forse compito della società controllare e scegliere il materiale più adatto per i suoi servizi?
Sembra di no. Appare invece lampante che le società private godano sempre di una corsia preferenziale e che la legge, ancora una volta, non sia proprio uguale per tutti.
In un Paese civile non può esistere che la morte di 32 persone resti senza colpevoli e che la prescrizione impedisca l’accertamento delle responsabilità di chi doveva vigilare e poteva impedire che si verificasse una strage e non l’ha fatto.
Siamo davanti ad una deresponsabilizzazione dei colpevoli, come a dire che in fondo “sono errori umani…può succedere”.
Certamente la sicurezza assoluta non esiste, ma con la tecnologia e gli strumenti che esistono oggi, si dovrebbe quanto meno fare tutto il possibile in questa direzione.
La storia italiana è piena di storie come questa, basti pensare al Ponte Morandi e ad Autostrade per l’Italia. Sono storie che lasciano lo stesso retrogusto. Quello amaro della beffa che va oltre le parole degli imputati che hanno ampiamente e più volte dato dimostrazione di meritarsi la condanna sul piano etico, morale e umano. Su tutti Mauro Moretti che durante un’audizione in Senato, il 20 febbraio del 2010, definì la strage di Viareggio “uno spiacevolissimo episodio”.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai familiari delle vittime, le nostre vite valgono più del loro profitto.