da lavallecheresiste_ C’era una volta una splendida valle ricca d’acqua guizzante, circondata dai monti, che degli uomini malvagi volevano deturpare in nome del progresso. Allora gli abitanti della valle decisero di prendersi per mano a formare un lunghissimo sentiero umano, che più lungo non si può, e non si vedevano che uomini e donne a perdita d’occhio, ognuno per mano ad altri due.
Ha i contorni di una fiaba l’iniziativa che si svolgerà il 21 dicembre nella valle: il S.U.S.A., Sentiero Umano di Solidarietà Ambientale e Artistica, un sentiero umano lungo 50 chilometri che collegherà Torino alla Valsusa. Il progetto è nato in seno al Rebirth-day, la prima giornata mondiale della rinascita, ideata dall’artista Michelangelo Pistoletto per sancire idealmente un “Un passaggio evolutivo nel quale l’intelligenza umana trova i modi per convivere con l’intelligenza della natura”. Abbiamo intervistato Riccardo Goghero, membro del Movimento No Tav e della rete di imprenditori etici valsusini Etinomia, e fra gli organizzatori dell’iniziativa.
Come è nata l’idea del S.U.S.A., Sentiero Umano di Solidarietà Ambientale e Artistica?
Un gruppo di persone di Torino e della Val di Susa si sono sentite profondamente sollecitate dalla proposta del maestro Michelangelo Pistoletto per il Rebirth Day, un appello al mondo intero per la rinascita del pianeta il 21/12/2012, ed hanno deciso di organizzare il progetto di un sentiero di migliaia di persone lungo un percorso di 54km che unirà il cuore di Torino ed il cuore della Val di Susa.
L’unione di tante mani rappresenta un potente messaggio di solidarietà fra la città e la valle, attraverso un messaggio di Arte e Natura.
Ci sono molti partner in questa avventura, fra cui il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, il Centro Studi per la Pace e la Non violenza Sereno Regis di Torino, il SusaCulture Project, il Politecnico di Torino che con il gruppo del prof. Luigi Bistagnino sta disegnando l’organizzazione del S.U.S.A. in modo da garantirne il minimo impatto ambientale. E c’è la gente, che “sarà” il sentiero. La gente che vive la valle, i suoi disagi, le sue speranze di rinascita, la necessità di preservare la sua natura, la sua arte, il suo lavoro etico e rispettoso, sta rispondendo con un entusiasmo eccezionale.
Anche Etinomia, associazione imprenditori etici per la difesa dei beni comuni, ha raccolto la proposta del S.U.S.A. perchè considera i valori del S.U.S.A. del tutto condivisibili ed in linea con l’idea di un nuovo modo di vivere il territorio, ed anche di lavorare preservando e tutelando l’ambiente che ci ospita, nutre, fa respirare.
50 chilometri sono molti. Avete incontrato o state incontrando delle difficoltà nell’organizzare l’evento?
Si tratta sicuramente di una grande sfida organizzativa per il Comitato Promotore, ma esso comporta anche un forte impegno volontario di collaborazione ed un’opera diffusa e sensibile di collegamento di reti esistenti. Attraverso il S.U.S.A. emergeranno da protagoniste proprio la pratica della solidarietà e della collaborazione.
La solidarietà, anche a causa della crisi mondiale, si sta manifestando sempre più profondamente. La collaborazione e la solidarietà fra le persone permeano ormai la vita della città e della valle. Nuovi progetti nascono, nuove idee trovano realizzazione, nuovi sogni vengono espressi. Il messaggio del S.U.S.A. sarà un grandioso coro di voci, che deve farsi udire affinchè questo mondo, ad oggi basato soprattutto sulla ricerca del profitto a spese dello sfruttamento incontrollato del territorio, finalmente cambi orizzonti, e prevalgano finalmente i valori del rispetto fra gli esseri viventi e l’ambiente, e si riproponga l’unione tra gli uomini, l’Ambiente e la Natura.
In che rapporto si pone la catena umana che unirà fisicamente e idealmente Torino alla Val di Susa con il tratto ferroviario ad alta velocità che invece dovrebbe tagliare a metà la valle?
La terra che abitiamo e che ci nutre non è una luogo da depredare, bensì è la risorsa da difendere e preservare, in quanto garante di sopravvivenza e di futuro.
La Terra, l’Acqua, l’Aria sono minacciate, in maniera significativa ed evidente in Val di Susa ma anche in moltissimi altri luoghi dell’Italia e del pianeta. Gli abitanti della Valle di Susa si riconoscono nell’appello alla responsabilità lanciato dal comitato promotore verso mondo intero, perchè in Val di Susa ed a livello planetario si è giunti ad una situazione di emergenza che impone la completa e immediata inversione di tendenza nella strada dello sfruttamento del territorio. Occorre porre fine alla crescita sfrenata e al consumo eccessivo delle risorse del pianeta, pena la scomparsa della vita sulla Terra.
Con la catena umana vogliamo dimostrare che i collegamenti che vogliamo e che ci servono per vivere avvengono tra le persone, e non grazie a ferrovie che, per passare, devono abbattere case, alberi e campi coltivati, con il solo scopo di arrivare più lontano in minor tempo. Non ci interessa andare a cercare fortuna più lontano, se per ottenere questo risultato dobbiamo devastare la nostra terra.
Dal recente vertice fra Monti e Hollande è emersa la volontà di portare a termine i lavori per la tav senza dar peso ai manifestanti e al parere contrario di buona parte della popolazione. Quali sono le strategie dei no-tav di fronte ad una presa di posizione tanto netta? Un’iniziativa come il S.U.S.A. può servire a sensibilizzare la popolazione anche su queste tematiche?
No Tav
L’eco del S.U.S.A., che noi ci auguriamo vasta anche a livello internazionale, riporterà nella giusta luce l’opera civile e consapevole di una popolazione che in vent’anni ha coltivato la cura della Terra e dell’Ambiente a fronte di un progetto scellerato di devastazione dell’ambiente e della salute delle persone, progetto non giustificabile né per la sua nulla utilità futura, né dal punto di vista economico e strategico. L’organizzazione del S.U.S.A. ha tessuto solide reti di relazioni e di solidarietà fra tutti gli esseri viventi.
L’incontro tra Monti ed Hollande ha messo in luce, ancora una volta, l’assurdità dell’opera, in quanto ha confermato l’interesse per la costruzione ma al contempo ha proposto il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, opera in netta contrapposizione con la dichiarata intenzione governativa di costruire una nuova linea ferroviaria, in aggiunta a quella già esistente e fortemente sottoutilizzata, per togliere traffico dalle strade – intento comunque già in contrasto con la realtà. L’Europa, pochi giorni dopo, ha comunicato in maniera ufficiosa che non intende finanziare l’opera in maniera maggiore agli piccoli contributi già dichiarati in passato, dimostrando che l’interesse all’opera è una questione prettamente locale ed ingiustificata.
Il Re-birth day parla di rinascita, dunque di cambiamento. Pur essendo nato da istanze locali e specifiche, il movimento no-tav val di Susa si è fatto portavoce di un cambiamento sistemico della società (culturale, economico,politico); anche a questo deve probabilmente la sua longevità. In che modo una catena umana rispecchia la complessità del movimento no tav e delle istanze di cambiamento da esso veicolate?
Il movimento NOTAV ha prodotto in questi anni una mole imponente di riflessioni sulla cultura ambientalista e sulla non violenza. Non a caso e’ stato ispirato e accompagnato nel tempo da grandi esperti, studiosi, scienziati ed intellettuali che lo considerano ormai un caso emblematico di sviluppo della coscienza di comunità.
Per questo la Valle ha trovato profonda consonanza nei valori espressi dal S.U.S.A. e dal suo ideatore Michelangelo Pistoletto
Il S.U.S.A. non intende concludersi con una spettacolare catena di mani che durerà pochi minuti unendo città e paesi, nuclei urbanizzati e campi coltivati, fabbriche e antiche chiesette, autostrade e sentieri, fiumi e boschi, ma vuole essere un vero “Sentiero Umano di Solidarietà Ambientale e Artistica”, realizzando un dinamico processo di crescita e di evoluzione rispettosa a livello economico, ambientale e spirituale.
A questo, l’Arte porta un contributo essenziale. L’Arte, in quanto espressione di creatività, cultura e storia, dovrà essere promotrice di un cambiamento nel mondo. Questo mutamento non può che partire dall’Italia, il Paese con la più grande disponibilità di ricchezze artistiche e naturali. Certamente è per noi motivo di orgoglio che questo evento così importante si svolga proprio nella Val di Susa, luogo che vede a rischio il suo futuro a causa di un progetto di devastazione, per dare avvio alla Rinascita del Pianeta, richiamandosi al Rinascimento, l’età d’oro dell’arte italiana.