Non avevamo dubbi che in seguito all’esito della manifestazione del 15 ottobre di Roma, i soliti noti mettessero in campo l’ennesimo tentativo di far cadere sul Movimento No Tav le sorti di ciò che avviene nel mondo.
A Roma una delegazione del Movimento era presente e avrà il tempo di raccontare le sue sensazioni e le sue impressioni, singolarmente e collettivamente.
Oggi ci preme spiegare ai vari Bonini di Repubblica, al sempre meno onorevole Esposito, e a tanti altri personaggi, che la distanza che separa Chiomonte da Roma è di 757 km, per un totale (in auto) di 7 ore 2 min. Ciò significa che la lotta della Valle di Susa ha vissuto e vive di vita propria, con i suoi metodi, le sue specificità e le sue caratteristiche.
La manifestazione romana ha, volente o nolente, vissuto delle proprie, delle quali non si può che prendere atto, ma a Chiomonte la prossima domenica abbiamo già spiegato il senso della mobilitazione, e crediamo di essere stati sufficientemente chiari nell’appello che lancia la manifestazione (vedi siti notav).
Nonostante i deliri, i falsi scoop e le interviste inventate di sana pianta su chi nelle nostre montagne si viene ad addestrare, ribadiamo quanto abbiamo già detto nel comunicato che indice la manifestazione di domenica 23 ottobre, cioè che andremo in massa, alla luce del sole e a volto scoperto, alle recinzioni abusive del non cantiere di Chiomonte, per darci un taglio!
Per dare un taglio ai soldi pubblici spesi per un’opera che abbiamo dimostrato inutile in tutti modi.
Per dare un taglio ad un non cantiere che sebbene finanziato dalla Ue, è illegittimo e ed è solo un fortino militare che ci costa 90.000 euro al giorno.
Per dare un taglio a chi vorrebbe accrescere un debito, quello pubblico, che non siamo disposti a pagare.
Lo faremo con le modalità della nostra lotta: pacifica, determinata e popolare.
A quanti affamati di scontri da mettere in prima pagina, lasciamo le congetture e le amenità, noi, nel nostro piccolo, lottiamo con chiarezza.
Detto ciò vale la pena di spendere ancora qualche parola per chiarire il nostro modo di concepire il confronto e la lotta.
Il nostro è un movimento plurale in cui convivono sensibilità diverse: da anni siamo abituati a confrontarci al nostro interno e con l’esterno proponendo chiavi di lettura, interpretazioni e prospettive diverse e talvolta anche lontane tra loro ma che si ricongiungono su alcuni punti fermi. Ne è nata una contaminazione reciproca in cui tutti siamo cresciuti e continuiamo a crescere: si basa sul rispetto reciproco e talvolta comporta la rinuncia a proporre una posizione condivisa se prima non c’è un confronto tra di noi: nel frattempo ognuno, a seconda della sua sensibilità, si sente libero di dare o meno la sua lettura e interpretazione.
Non abbiamo portavoci né leader, non abbiamo chi ci guida, diffidiamo da chi vorrebbe usarci. Chi esprime una posizione a nome del movimento ne risponde prima di tutto al movimento, se lo fa a nome del gruppo a cui fa riferimento ne risponde ad esso.
Siamo insomma il contrario di come ci dipingono i media, interessati a screditarci indicandoci come ostaggio di gruppi anarco-insurrezionalisti che si allenano in Val di Susa per potersi sfogare a Roma.
Come movimento notav vogliamo rassicurare chi ci rispetta e ci sostiene: non siamo il movimento che si fa tirare per la giacchetta da chiunque; non siamo il movimento di chiunque si impossessi delle nostre bandiere, vale nelle strade devastate di Roma e vale nei palazzi della politica. Non siamo il movimento che offre coperture a chiunque pretende di parlare a nome nostro.
Siamo il movimento che in tanti hanno conosciuto in questi anni: quello che ha saputo costruire intorno a se consenso, che ha indicato vie di uscita e non si è chiuso in vicoli ciechi. Siamo il movimento che punta
sulla partecipazione e sull’azione di massa e non sulle incursioni di pochi. Siamo anche noi un movimento di indignati e domenica prossima cercheremo di dare un taglio alle reti che vorrebbero cancellare la nostra dignità e zittire la nostre voci e lo faremo a mani nude, a volto scoperto, a testa alta.
“Diamoci un taglio”: è il titolo della nostra manifestazione di domenica prossima 23 ottobre. In quella occasione vedrete ancora una volta il vero volto del movimento notav. Ci teniamo a difendere la nostra immagine: quella di un movimento maturo che lavorerà per non offrire pretesti per altre interpretazioni, ci pensano già altri a screditarci,
a cominciare dai vari Numa (giornalista del La Stampa), Esposito (deputato PD) e compagni di merenda vari.
I risultati che nei prossimi mesi potremo portare a casa dipenderanno molto da quanto sapremo consolidare questa immagine, di questo ne siamo ben coscienti. E faremo di tutto per portare a casa i migliori risultati e per non deludere chi guarda a noi con fiducia.
Domenica prossima tutti, ma proprio tutti, a prescindere da quanto ognuno di noi si spingerà vicino alle reti, ci sentiremo protagonisti e orgogliosi di ciò che è stato fatto e anche di ciò che non è stato fatto, nessuno si sentirà ostaggio di scelte non condivise.
Questa è anche la nostra risposta sui fatti di sabato scorso a Roma.
Leggete sui nostri siti l’appello per la manifestazione di domenica 23 ottobre.
17 Ottobre 20011
Il Movimento NO TAV