da Infoaut.org
Vi proponiamo alcune interviste, raccolte da Radiondadurto e ondarossa:
La seconda parte dell’intervento con Angela Lano, appena rientrata in Italia da Israele. In questo contributo si pone l’accento sulle condizioni di detenzione in cui sono stati costretti i partecipanti alla Freedom Flotilla.
Manuel Zani è uno dei 6 italiani facenti parte della Freedom Flottiglia. In questa intervista, il suo racconto dell’assalto alle navi, la detenzione in terra israeliana e l’espulsione.
Da Peace Reporter le prime dichiarazioni raccolte il primo pomeriggio a Istanbul:
Angela Lano.
“Abbiamo subito un vero e proprio rapimento, sia sulla nave che in prigione, dove non avevamo nessun tipo di diritto: non potevamo fare telefonate, chiamare i nostri avvocati”. È la testimonianza di Angela Lano, l’unica donna tra gli attivisti italiani fermati durante il blitz israeliano contro la flottiglia filo-palestinese e arrivati stanotte a Istanbul dopo l’espulsione da Tel Aviv. “Sono anni che mi occupo di Palestina – ha affermato la giornalista torinese – ma la violenza che ho visto su quelle navi è stata incredibile”, ha aggiunto la Lano.Manuel Zani. “L’assalto dei soldati israeliani che si sono avvicinati alla nostra nave a bordo dei gommoni sembrava una scena di Apocalypse now”, il trentenne Manuel Zani, il più giovane tra gli attivisti italiani fermati durante il blitz. “Quando abbiano capito che ci stavano per aggredire ci siamo separati in due gruppi. Io sono andato con i giornalisti nella cabina di pilotaggio per cercare di filmare quello che stava succedendo, ma ci hanno sequestrato tutto”. “In Israele non ci torno neanche morto – conclude il trentenne, per la prima volta a bordo della flottiglia Free Gaza -, ma voglio tornare in Palestina al più presto”.