di Davide Bono e Marco Scibona
Questa mattina, 11 aprile 2012, è partita l’operazione politica-mediatica per far passare un “furto di terreno come un utilizzo legalmente autorizzato”.
Mentre i terreni privati dove dovrebbe sorgere il cantiere del tunnel geognostico (diventato tunnel di servizio) del Tav Torino-Lyon erano stati di fatto già presi in ostaggio dalle Forze dell’Ordine il 27 febbraio 2012 con adeguata recinzione e presidio militare, come se fossero roba loro, questa mattina si è inscenata la farsa legalizzatrice per quanto riguarda l’occupazione temporanea. Senza dimenticare che già dal 27 di giugno dello scorso anno molti dei proprietari non hanno più potuto accedere alle loro proprietà in quanto estromesse dal territorio italiano soggetto ai diritti costituzionali tramite la definizione di Sito di Interesse Strategico Nazionale.
Già nelle prime ore del 27 febbraio, nonostante l’incidente quasi mortale di Luca Abbà, macchine operatrici avevano spianato terrapieni, sradicato alberi, eliminato i riferimenti di confine e cambiato la morfologia dei lotti senza averne nessun diritto se non un’ordinanza prefettizia di dubbia urgenza (visto che si protrae per mesi e che manca il progetto definitivo del tunnel) che ne confiscava l’uso. Ordinanza su cui pende ancora un ricorso al TAR.
In base agli atti progettuali visionati si deduce facilmente che i Jersey in cemento, le reti metalliche e la concertina israeliana sono stati posizionati ben oltre la linea di demarcazione dell’area di cantiere prevista. Se già è grave occupare abusivamente una proprietà privata per imporre la realizzazione di un’opera inutile e costosa, ancor di più è sottrarre a privati dei beni senza neanche che ci sia una necessità comprovata da documentazione progettuale.
Per quale motivo la recinzione abusiva è stata realizzata, senza alcun permesso dei proprietari?
Come mai le recinzioni non coincidono con i confini dell’area di cantiere e quindi con la cosiddetta Area di Interesse Nazionale?
Gradiremmo avere risposte a questi quesiti e ne chiederemo presto conto in Regione.
Tornando ai fatti di oggi, i proprietari dei lotti di terreno sono stati convocati all’alba di oggi per poter visionare i terreni, constatarne lo stato di consistenza attuale e sottoscrivere l’accordo con cui si accettare l’affitto “forzoso” per una locazione annua che si aggira, a seconda della pezzatura, dai 40€ ai 50€ annui. Una bella cifra indubbiamente, ironicamente parlando.
Tra i vari ordini di problemi che si ravvisano ne vogliamo segnalare alcuni tra i più significativi.
1. Lo stato dei terreni non può essere verificato al momento attuale in quanto da oltre un mese gli stessi sono stati recintati e modificati, risulta quindi impossibile fare una valutazione consona dello stato del bene, che ha subito notevoli stravolgimenti prima ancora che ne siano stati formalizzati legalmente gli estremi documentali che ne segnavano lo stato di “affittato”. Si pensi solo che i legali ed i tecnici che, non senza difficoltà, accompagnavano i proprietari hanno rilevato la cancellazione dei segni di confine, la rimozione e lo spostamento di terra da una zona all’altra e l’abbattimento di alberi, per la maggior parte si tratta di castagni fruttiferi alcuni dei quali vecchi oltre 200 anni.
2. Si declama l’assoluta temporaneità di questa “occupazione” per evitare di parlare di espropri ma le carte progettuali dichiarano che il tunnel geognostico della Maddalena verrebbe utilizzato ad opera ultimata come galleria di “servizio”, in pratica una via di fuga in caso di emergenze o eventuali incidenti che potrebbero verificarsi nel tunnel di base. Ci chiediamo quindi come si possa parlare di affitti e occupazioni temporanee per lotti di terreno prospicienti l’imbocco del tunnel che se vuole essere utilizzato come via di fuga dovrà per forza di cose essere edificato ed attrezzato con cancelli strade, muretti, in pratica reso perennemente fruibile in caso di emergenza.
Ci piacerebbe che con la medesima determinazione con cui si vuole realizzare questa chimera del progresso si procedesse in campi dell’eccellenza negativa che caratterizza la nostra repubblica, a partire dalla lotta alla malavita, passando per lo sviluppo dei servizi pubblici e alla persona, del welfare e del benessere in generale dei cittadini. Ma sappiamo che nè ai politici nè ai sedicenti tecnici interessa il bene comune, ma il loro conto in banca. Le stesse banche che si arricchiscono da questi progetti inutili.
ps. seguite www.notav.info www.notav.eu per le iniziative dei prossimi giorni