Molto partecipato il corteo che ieri ha attraversato la città di Milano da parte a parte, il numero dei partecipanti si aggira intorno alle 4000 persone. Un’iniziativa con due intenzioni forti: innanzitutto ovviamente dimostrare solidarietà e sostegno verso i 27 compagn* arrestat* durante la maxioperazione del procuratore Caselli, e in più portare quella che è la mobilitazione NO Tav fuori dai confini della Val Susa per espanderla e renderla patrimonio comune di tutte le lotte che nascono e si sviluppano nei diversi territori dell’Italia in crisi.
Il primo corteo cittadino dopo tanto tempo dove tutte le realtà sulla città di Milano hanno cooperato in modo vivo e partecipe, ancora una volta la lotta contro il treno ad alta velocità si da come ricompositiva delle più diverse esperienze.
La manifestazione dopo la partenza da sotto la torre occupata dai lavoratori Wagon-Lift al binario 21 della stazione centrale si è diretta verso il centro cittadino attraversando alcune delle vie dell’alta moda e tempestando di scritte e sanzionando muri e vetrine di banche, istituti finanziari, filiari dell’Esselunga ecc.
Dopo un lungo percorso il corteo si è concluso sotto il carcere di San Vittore dove sono stati sparati fuochi d’artificio e sono stati fatti diversi interventi di solidarietà con gli arrestati e con i detenuti della struttura carceraria.
Sicuramente il corteo di ieri è stato capace ancora una volta di rompere la retorica che vorrebbe il movimento No Tav come un movimento localista e ghettizzato, incapace di uscire dalla valle. Il No Tav è patrimonio e bene comune di tutte le lotte sui territori e non che si stanno sviluppando e che vedono in questa esperienza non solo l’esempio del fatto che fermare speculazioni e malaffare di impresari e politicanti é possibile, ma anche il modello di come un nuovo modello di sviluppo che vada oltre la resistenza e si costruisca e proliferi dentro la lotta. Proprio per questo il corteo di ieri era molto composito, e teneva al suo interno tanto comitati di migranti o per il diritto all’abitare, quanto l’esperienza del No expo, un buon numero di studenti medi e universitari, giovani e meno giovani.
Insomma “la valle è scesa in città” realmente segnando un’altra tappa del percorso milanese di avvicinamento alla manifestazione nazionale del 25 febbraio in Val Susa.
Cronaca Infoaut da Milano