Si va a chiudere così un altro anno difficile per i paladini difensori del grande spreco dal nome TAV nuova linea Torino Lione. Scopriamo, se ancora ce ne fosse bisogno, che i soldatini a difesa delle recinzioni in val di susa sono stanchi e stufi. A dirlo non è il movimento No Tav ma sono gli stessi sindacati, oggi quello della Guardia di Finanza a firma del segretario generale in sostegno al locale segretario di Torino. Ma cosa è successo e perchè tante lamentele? A dirlo sono le parole del comunicato stampa stesso “,,, la politica non riesce ad affrontare le questioni cruciali del vivere sociale e i nodi ricadono prima sulle forze di polizia e poi sulla magistratura…”. Ma non è solo questo a turbare i baschi verdi. E’ in atto ormai da un annetto, a firma del questore di Torino Ciarambino e del prefetto Cafagna un piano chiaro e dettagliato per arruffianarsi il nuovo ministro degli interni Piantedosi. Il gatto e la volpe, Ciarambino e Cafagna, riferimenti per l’ordine pubblico hanno da tempo garantito a Roma che la situazione in val Susa è in miglioramento se non risolta quasi del tutto. A parlare però restano i numeri e i soldi che i due devono spendere per garantire la sicurezza dei cantieri, costantemente disturbati e pressati dal movimento No Tav e dalle sue continue iniziative. Che fare dunque? Sembra si siano detti i due, spostiamo numeri e spese dalla polizia di stato alle altre forze di polizia. Ecco dunque svelato l’aracano dei numeri e dei rimborsi spese che per anni erano rimasti a carico del ministero degli interni e alla polizia di stato. Spuntano dunque guardia di finanza e carabinieri in ingente numero con spese e rimborsi a rispettivamente a carico del ministero delle finanze e della difesa.
Insomma un po’ il gioco delle tre carte in cui i riferimenti territoriali provano a confondere i loro capi a Roma spostando fatture e personale cercando di nascondere l’amara verità. La val di Susa non è pacificata e la tav Torino Lione è un problema tutt’altro che risolto.
comunicato stampa di SILF
Dopo diverse assemblee sindacali sul territorio piemontese il Sindacato Italiano Lavoratori Finanzieri ha raccolto alcune criticità degne di nota che vanno denunciate. Il Reparto Pronto Impiego di Torino da 15 anni è impegnato costantemente nell’emergenza cronica alimentata da questioni di ordine pubblico connesse alla TAV.
Il modello ormai è collaudato: la politica non riesce ad affrontare le questioni cruciali del vivere sociale e i nodi ricadono prima sulle forze di polizia e poi sulla magistratura: cuscinetti ormai logori dei nostri tempi.
Alla comunità piemontese e a Roma sfugge un dettaglio: i Baschi Verdi della Guardia di Finanza impiegati in val di Susa sono sempre gli stessi, e spesso non bastano, tanto che in altri compiti vengono supportati da colleghi che “normalmente” dovrebbero essere impiegati in altro.
Quelle poche unità di nuovo personale che vengono inviate ogni anno in Piemonte non sopperiscono nemmeno alle tante domande di trasferimento, cambio incarico o despecializzazione dei colleghi che chiedono di cambiare lavoro perché sono ormai stanchi di fare servizi dove i turni ordinari sono una chimera.
Ormai non c’è tempo per gli aggiornamenti professionali, anche su questioni importanti come la riforma Cartabia ad esempio, né per il paventato “intervento di supporto” al NUE 112; servizio, tra l’altro, che richiede una specifica ed adeguata formazione professionale.
Non si può più mettere la testa sotto la sabbia, esiste un problema sicurezza nel Paese che ormai ha assunto dimensioni strutturali da nord a sud, che può essere affrontato solo con nuove e massicce assunzioni di personale. La coperta è corta e quando è contesa tra Torino e Lampedusa rischia di strapparsi definitivamente, con buona pace di chi sotto quella coperta ha riposto i propri bisogni di sicurezza: i cittadini.
Il Segretario Generale SILF
Francesco Zavattolo
Il Segretario SILF di Torino