ROMA sole 24 ore
Ora l’ultimatum dell’Unione europea sulla Tav Torino-Lione è ufficiale, ed è più duro del previsto. Arriva con una lettera spedita mercoledì dal vicepresidente della commissione, Siim Kallas, al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: se entro il 30 giugno non saranno partiti i lavori alla Maddalena, non sarà stato approvato il progetto preliminare e non sarà stato rinegoziato l’accordo fra Italia e Francia, «vi è un rischio evidente che una parte sostanziale del finanziamento globale Ue di 672 milioni di euro andrà persa».
Non solo: il vicepresidente della commissione con la delega ai trasporti ricorda anche che «i progressi che saranno effettuati in questo senso saranno cruciali per la possibilità di inserire la Torino-Lione nella futura proposta della commissione del “core network”». L’opera rischia quindi di essere cancellata totalmente e definitivamente da tutte le mappe e da tutti i programmi infrastrutturali di Bruxelles. «La commissione – continua la lettera – mantiene il suo impegno a realizzare questo grande progetto di infrastruttura, ma è giunto il momento per i due beneficiari di impegnarsi a iniziare quanto concordato e da tanto atteso». In altre parole, «la commissione ha bisogno di conferme sul fatto che c’è buona probabilità che il progetto sarà completato».
È evidente dal tono durissimo della lettera che stavolta Bruxelles ha davvero perso la pazienza con l’Italia e non darà altre proroghe. «Vorrei ricordare che nel febbraio del 2011 a Budapest – scrive Kallas – i due governi beneficiari hanno riconfermato il loro impegno a soddisfare queste condizioni entro la fine del mese di giugno. La commissione – continua la lettera – ha dimostrato ancora una volta la sua flessibilità con l’accettazione di questo nuovo termine. In effetti, la data entro la quale le condizioni avrebbero dovuto essere soddisfatte è stata ripetutamente rinviata negli ultimi anni».
A proposito del nuovo accordo italo-francese, che dovrebbe per altro rivedere il progetto con un forte taglio ai costi e un riequilibrio del finanziamento della tratta internazionale tra Italia e Francia, la lettera di Kallas dice che «la prossima Cig (commissione intergovernativa, ndr) a Roma il 6 luglio 2011 potrebbe poi formalizzare il nuovo accordo».
Secondo indiscrezioni, un accordo in commissione intergovernativa sarebbe alla portata nel merito delle questioni, ma gli stessi francesi pongono la condizione dell’apertura dei cantieri alla Maddalena per avviare il round finale della rinegoziazione progettuale e finanziaria.
La palla torna quindi all’Italia e alla decisione di aprire o meno i cantieri della Maddalena a fronte delle contestazioni sul territorio. Sarà probabilmente il Governo nella sua collegialità a dover decidere nella prossima riunione sulla base delle relazioni del ministro delle Infrastrutture Matteoli e del titolare del Viminale, Roberto Maroini, cui spetta l’ultima parola sulle questioni di ordine pubblico.