Ci sono stati alcuni articoli sui quotidiani in merito al nuovo progetto dei comuni valsusini di riorganizzarsi dopo la prossima cancellazione della Comunità Montana. Abbiamo letto che l’unione dei comuni passerebbe attraverso la negazione del problema più grosso del nostro territorio, il tav, e per questo abbiamo intervistato direttamente il presidente della Comunità Montana Sandro Plano
D: Sandro Plano, è notizia di questi giorni che soggetti politici e istituzionali nuovi interverranno sul panorama della valle di Susa, perchè?
R: Sì, Nella 2014, dopo anni di resistenza la Comunità montana, per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, chiuderà i battenti. La domanda vera è cosa fare? Ci siamo confrontati su questo e abbiamo deciso come istituzioni locali che era importante proseguire insieme nella gestione di questo territorio. Non ci rimane che una via, quella di creare un’Unione di comuni visto che istituzionalmente da Roma la nostra struttura attuale viene ritenuta scomoda e superflua.
D: dunque continuate, perchè?
R: Oggi attraverso questo Ente che verrà soppresso gestiamo un mare di attività e finanziamenti pubblici che permettono alla valle di Susa di vivere o meglio sopravvivere. Teniamo aperti gli asili, ci occupiamo di assetto idrogeologico, di forestazione, di sviluppo, di lavoro e diamo occupazione a trenta valsusini, cosa non da poco visti i tempi.
D: Abbiamo però letto che la nuova Unione dei comuni non parlerà del problema Torino Lione, cosa che per noi invece resta il problema centrale di questo territorio, perchè?
R: Alcuni amministratori hanno scelto una strada diversa dalla nostra, i Sindaci di Susa, Borgone, Condove e Rubiana e l’ex presidente della comunità montana, Antonio Ferrentino, hanno posto come condizione per partecipare alla nuova Unione dei comuni di non parlare di Torino Lione.
D: Quindi come Amministratori no tav come intendete affrontare la questione?
R: Non condivido questa scelta perché indebolisce il peso politico della Valle nel confronto con gli interessi dell’area metropolitana, ma faremo di necessità virtù. In modo unitario si faranno le scelte sulle funzioni, si concorderà uno statuto, un organigramma e un bilancio del nuovo Ente. Con chi ci sta, si costituirà un’associazione di amministratori che si opporrà in modo fermo a questo e a qualsiasi inutile progetto che impatta sul territorio.
D: Quindi su questo tema molto importante non si marcerà più uniti?
R: Antonio Ferrentino, Pinard, e Gemma Amprimo hanno altri obiettivi e a loro non interessa una posizione unitaria istituzionale di opposizione all’opera, quindi nulla di nuovo, i cittadini della valle di Susa ormai conoscono questi orientamenti. Con loro si gestirà questo periodo di transizione dalla Comunità montana all’Unione di Comuni con gli altri si parlerà di politica e di Tav.
D: Sembra dunque che si aprano nuove prospettive, le ritieni valide o meglio efficaci?
R: Siamo dunque giunti al tempo della chiarezza, chi vuole difendere questa terra e progettarne il futuro diverso da quello legato ai cantieri e chi considera venti e più anni di cantieri come un’opportunità. Faremo politica chiamando le cose con il loro nome.
D. Che ne pensi di Antonio Ferrentino?
R. La democrazia é bella perché dà a tutti il diritto di parlare, ma anche di tacere.