intervista di M.Pagliassotti per Liberazione a Domenico Finiguerra sindaco
Domenico Finiguerra è sindaco di Cassinetta di Lugagnano ed è promotore della campagna nazionale “Stop al consumo del territorio”. Il suo è stato il primo comune d’Italia ad avere deliberato la crescita zero del proprio piano regolatore.
Finiguerra, lei che significato dà alla parola “no”?
“No” è l’opposizione a ciò che fa male, no alla malattia a d esempio, a qualcosa che peggiora la vita. Noi che ci opponiamo al consumo del territorio dobbiamo uscire dal recinto dove tentano di chiuderci con la retorica. In Italia ci sono sacche di resistenza che sognano un modello di società alternativo, il sol dell’avvenire del 2011. Il “no” è quindi questo: una costruzione alternativa alla distruzione che ci viene imposta come unica soluzione.
Lei è affetto dalla sindrome Nimby?
E’ una mistificazione creata ad arte per relegarci dentro un contesto ristretto. E’ una mossa disperata da parte dei fanatici della crescita quella di tacciare di egoismo chi lotta contro l’avidità, che ha avvelenato la proposta politica ed economica odierna di chi governa il mondo. Dire ai Notav che sono affetti da questa sindrome significa quindi insultarli attraverso una mistificazione. Nimby in fondo è la difesa dei beni comuni della maggioranza contro una minoranza che vuole assaltare e monetizzare tutto.
Perché il territorio è consumato così voracemente?
La prima ragione è la rendita fondiaria, la speculazione edilizia è oggi l’investimento migliore. E’ facilitata dalla sinistra anche se è bipartisan: nessuna regione italiana si è opposta al piano casa di Berlusconi. Siamo di fronte ad un monoblocco ideologico sempre a favore delle grandi opere. Poi vi è l’impoverimento dell’agricoltura ed il mito della crescita industriale infinita. In ultimo ma non meno importate ecco l’arretratezza culturale della classe dirigente, priva di un’apertura mentale sufficiente ad individuare significati diversi da quelli passati legati al concetto di benessere.
Aumenterà ancora la cementificazione del suolo in futuro?
Non so, perché non c’è più una domanda forte come in passato. I comuni però cercheranno di monetizzare ciò che gli resta per garantire le promesse fatte durante la campagna elettorale. Gli oneri di urbanizzazione fino a qualche anno fa erano utilizzabili solo per investimenti oggi si possono usare per spesa corrente perché i bilanci dei comuni comuni a rischio e con loro la spesa sociale.
Cosa è la val Susa in questo momento?
Una realtà che fa paura e viene mistificata. Manipolata dai media e data in pasto al paese. Però qui non siamo di fronte ad una valle con quattro gatti retrogradi. Qui esiste una rete di relazioni dove agiscono migliaia di persone, amministratori, scienziati, circoli ricreativi, case del popolo, gruppi di acquisto solidale. La val Susa subirà una forte demonizzazione perché è riuscita a creare tutto questo. Qui c’è un crinale dove la politica dovrà passare, soprattutto chi si candida come alternativo a Berlusconi. Non si può essere contrari a questa manovra economica ma favorevoli ad opere inutili come il Tav.
Perché questa voglia di resistenza non passa nel resto paese?
Distrazione diffusa, voglia di non pensare. Questo forum dimostra che esistono molte zone in lotta lungo lo stivale, ma l’Italia è ancora addormentata. Non dimentichiamo che l’ideologia dello shopping è sempre fortissima ed il processo per uscirne sarà lungo e doloroso. Credo inoltre che la stragrande maggioranza degli italiani pensi che il Tav in val Susa possa essere utilizzato da tutti per andare ad Eurodisney di Parigi, tutta colpa dei mezzi di comunicazione di massa.
Un territorio leghista è legato alla salvaguardia del suo territorio?
Ho visto diverse scritte sui muri delle mie parti ed in Veneto, tracciate con colore verde padano: chiedono la fine della cementificazione del territorio. Penso che anche in questo caso la base leghista non sia seguita dal vertice che ormai vive a Roma. È un aspetto interessante per aprire contraddizioni all’interno della lega. Bossi dice: dobbiamo stare a fianco dei nostri contadini e poi i piani regolatori degli amministratori Pdl Lega fanno il contrario.
Questa crisi economica salva il territorio?
Non credo. Lo salva forse quando sottrae fondi alla speculazione edilizia. Vedo però anche il rischio opposto: una deregolamentazione che porterebbe ad una attacco a tutti i beni comuni, suolo in primis. Quando si comincia a ragionare di privatizzazione del demanio significa che in Italia si pensa a vendere il Colosseo. E se propongono di vendere quello significa che sono disposti a vendere per quattro soldi tutto quanto pur di far cassa.