Ancora progetti e ancora carte. Nell’ultima seduta dell’osservatorio tecnico sulla Torino Lione presieduto da Mario Virano rispunta il famoso nodo di interconnesione tra le linee. Il nodo di interconnesione in parole semplice sarebbe una mastodontica piattaforma logistica in cui la nuova linea ad alta velocità dovrebbe connettersi con la linea storica Torino Modano che attraversa la valla di Susa. In questa piattaforma troverebbero posto le rampe di scambio, i binari morti di servizio, le rampe di accesso per i mezzi pesanti di soccorso e per la manutenzione. Nel progetto del 2005 che ha visto nascere i presidi di Borgone e Bruzolo l’interconnesione era prevista nella piana agricola compresa tra questi due paesi. Con il nuovo progetto che si sta delineando l’interconnesione troverebbe posto nella piana tra i comuni di Chiusa San Michele e Sant’Ambrogio per una lunghezza complessiva di oltre 3 km. Lo spostamento sembra non essere casuale però. I sindaci di questi due paesi infatti come molti altri loro colleghi valsusini hanno deciso di non partecipare più ai lavori dellosservatorio da quando quest’ultimo ha assunto un ruolo di tavolo di progettazione anzichè di analisi e confronto sull’utilità o meno di una nuova linea ferroviaria in val di susa. Come dicevamo prima sembra quasi una punizione a chi non vuole piegare la testa al volere dei potenti. Chi non si siede al tavolo con atteggiamento supino pagherà caro sembrano dire queste scelte. Forte della sua posizione il sindaco Usseglio di Chiusa San Michele risponde ai giornali “Per Chiusa è un impatto pazzesco. Oggi ci troviamo in comunità montana e voglio discuterne con gli altri sindaci. Noi comunque non entriamo nell’osservatorio ma continuiamo a chiedere una riunione del tavolo politico. Lo avevamo già fatto con una delibera votata il 30 marzo. Avevamo scritto che Chiusa esprimeva fortiforti timori per il tracciato e per l’impatto che avrebbe creato sia sull’ambiente che sulla qualità della vita dei cittadini. Abbiamo ribadito di essere contrari a qualunque tracciato in valle di Susa e di volere prima una seria analisi costi benefici. Ora con questa ipotesi presentata ci mettono semplicemente contro un muro. E a chi mi chiede perchè non ci andiamo all’osservatorio visto che stanno decidendo sulla nostra testa gli rispondo: Cosa ci andiamo a fare? Non vedete che hanno deciso tutto loro? Andare significherebbe solo farsi prendere in giro“
Le presentazioni dei progetti proseguono poi sul nodo della collina morenica di Avigliana dove il tracciato dovrebbe deviare verso la val Sangone per proseguire poi verso l’interporto di Orbassano. Anche qui una zona di splendido valore naturalistico verrebbe definitivamente distrutta.
Sul valore dell’osservatorio oggi non ci sono migliori definizioni che quelle date dal sindaco di Chiusa San Michele. Dapprima in maniera ambigua venne presentato alla popolazione come tavolo di confronto per ascoltare le ragioni dei valsusini dopo gli incidenti e la resistenza popolare dell’inverno 2005. In un secondo momento abbiamo assistito a una mutazione tecnica, con sedute continue e le famose suggestioni progettuali che non volevano essere progetti ma solamente proiezini di possibili tracciati. Il tutto ovviamente assecondato da una fallimentare e supina giunta di comunità montana guidata dall’allora presidente Ferrentino. Oggi ci troviamo di fronte un ossevatorio tecnico orma tavolo di progettazione, in cui addirittura come dice Usseglio decidono tutto sulla nostra testa. Il movimento no tav a quanto pare, disconoscendo da subito questo tavolo e attaccando duramente il suo presidente Virano aveva visto giusto. Ora la palla a quanto pare torna sui giornali e sui tavoli ma il movimento no tav sarà pronto a contrastare ogni futura avnzata di truppe e cantieri. Non è con esploit mediatici o finti tavoli che si costruisce un’opera rigettata da una valle intera e non solo.