di Gabriella Tittonel TG Valle Susa
“Ho fatto la denuncia, ho assunto un avvocato ma la risposta di Ltf quale è stata? Che ho costruito male la casa…” – questo quanto affermato da un cittadino di Bourget incontrato a Modane lo scorso sabato 27 settembre. Un cittadino che abita in quello splendido borgo affacciato su Modane, posto sopra allo scavo di una discenderia dell’ipotizzata alta velocità Torino Lione. Discenderia penetrata nella montagna grazie al supporto di mine, che hanno fatto tremare tutta la montagna e che hanno lesionato in modo consistente, da cima a fondo, le case e la chiesa di Bourget. Come ha fatto anche notare il primo cittadino Gilles Margueron.
E a Bourget i No Tav italiani e francesi ci sono arrivati, per pranzo, questo grazie all’iniziativa della carovana No Tav da Lanslebourge a St. Jean de Maurienne, una iniziativa indetta per sensibilizzare le popolazioni dei tanti paesi incontrati, con distribuzione volantini, presenza gioiosa ed anche per poter vedere da vicino, per i No Tav italiani, la devastazione iniziata oltr’alpe.
Il viaggio, con la colonna di auto, ha subito una prima battuta d’arresto alla dogana del Moncenisio, dove un gruppo, tra cui era presente il senatore Scibona, è stato fermato per controlli ed è poi proseguito fino a Lanslebourg, dove c’erano ad attendere i No Tav italiani quelli francesi.
Di qui il viaggio, segnato da una splendida giornata assolata, è proseguito, con attraversamento e sosta a Termignon, Bramans, Sollieres, Aussois giungendo poi a Modane, nella piazza davanti a la Rizerie, dove vi è il museo della nuova linea Lyon-Tourin e dove si stava svolgendo l’assemblea generale della Federazione dei Gemellaggi Savie-Piemont-Val d’Aoste, una assemblea patrocinata da Ltf.
Qui i No Tav, protagonisti di un gemellaggio alternativo, quello per la salvaguardia delle persone e dei territori, si sono distribuiti davanti all’ingresso, sulla strada, sulla piazza, con gli immancabili striscioni, bandiere, fischietti, tutti in attesa dell’uscita dei partecipanti che, poco dopo le dodici e trenta, hanno conquistato l’uscita per recarsi a pranzo e che sono stati accolti festosamente, il tutto, come per tutta la manifestazione, sotto lo sguardo discreto delle forze dell’ordine, in moto e auto.
Poi i due gemellanti si sono divisi per pranzo, gli uni (quelli “Ltf”) al ristorante Albaron e gli altri a Bourget, sulla piazza, con pranzo al sacco arricchito da appetitose minestre e dolci. Qui è giunto anche l’onorevole Ibanez, si sono potute scambiare informazioni e battute gioiose, osservare da vicino le lesioni provocate dalla discenderia sottostante ed allungare lo sguardo anche sull’altro versante, sulla stretta valle dove già le polveri dello smarino, mescolate a quelle del passaggio autostradale, stanno creando nefaste misture per la vita.
Poi la carovana ha ripreso il viaggio, con negli occhi lo splendido paesaggio segnato ora dalle mani e dai cervelli di umani votati ad una cieca visione di progresso: discenderia La Praz, St. Martin la Porte, St. Julien Mont Denis, discenderie, siti di smarino, boschi distrutti, rocce messe all’aria….
L’allegria è ritornata a St. Michel de Maurienne, con il volantinaggio e con le giostre e l’autoscontro, dove anche i No Tav, con le loro bandiere e la grande orsa non hanno voluto mancare: tante le persone che hanno accettato i volantini, lo scambio di informazioni, l’impressione, nel corso del viaggio, è di un territorio che inizia a comprendere quanto sta accadendo e che desidera capire come attrezzarsi.
Ultima tappa della carovana è stata infine St. Jean de Maurienne: qui ancora volantinaggio, un’ultima merenda condivisa, una veloce visita allo splendido chiosco del duomo dedicato a S. Giovanni Battista, dove si trova una reliquia del Santo, due dita della sua mano. Due dita che potranno servire anche ai No Tav, qui giunti anche in una sorta di pellegrinaggio allegro, gioioso, determinato, certo un poco faticoso e che anche ai santi non disdegnano di chiedere aiuto. In una sorta di gemellaggio circolare tra cielo e terra, perché la terra possa essere quel paradiso terrestre iniziale. I No Tav ci stanno provando, anche con il loro modo di stare insieme, di accogliersi, al di là delle sciocche ed inutili barriere sociali, culturali, di razza. Questo è il vero mondo che avanza, a bassa velocità…
G.T. 29.09.14