Lungi da noi dire che tutti giornalisti sono uguali, lo sappiamo bene, infatti vogliamo prendere in considerazione qualche aspetto pratico per dire che l’informazione tanto libera e professionale non è….
Prendiamo in esempio gli ultimi giorni e il Partito di Repubblica:
- La Repubblica che si è fregiata dello scoop sulla presenza di Stefano nel movimento notav, nella persona della “giornalista” Erica Di Blasi nell’articolo del 25 luglio (Valsusa, spunta ex terrorista tra gli assedianti del cantiere) dimostra come non solo copiano e incollano i comunicati stampa della questura (3 al giorno), ma si fanno imboccare da quel grande investigatore e questurino mancato di Stefano Esposito, che sul suo blog pubblicava la notizia già il 24 luglio (ORA SERVONO MISURE STRAORDINARIE CONTRO LE FRANGE VIOLENTE ).
- tra l’altro invece, l’articolo di Maurizio Crosetti, di lunedì 25 Nel cuore di un altro giorno sbagliato, sempre di Repubblica, dimostra come se qualche professionista dell’infromazione va di persona nei luoghi di cui scrive, vede con i suoi occhi e non è completamente in malafede, pur non volendo far apparire positiva una cosa che non lo può essere assolutamente per il suo datore di lavoro, se dotato di cultura riesce a scrivere correttamente.
- Sull’edizione cartacea dello stesso quotidiano, l’articolo firmato da Maria Chiara Giacosa sul campeggio presidio (marce, panini e donazioni così si finanzia il movimento), conferma quanto detto precedentemente: la giornalista era al presidio fino al lancio dei lacrimogeni e ha potuto constatare di persona, l’atmosfera che si respirava (prima dei cs) nel “villaggio gallico”
- Ieri invece la vicenda del presidio all’Italcoge e la bandiera italiana ammainata. Dalle 7.30 l’edizione online del partito di Repubblica, copiava e incollava il comunicato della questura, che parlava di blocco dell’accesso agli operai, dovendosi poi ricredere intorno alle 8.30 visto che non era avvenuto. La notizia era la terza nell’home page nazionale del quotidiano che con il passare delle ore man mano è mutata, trasformandosi. A un certo punto, compreso il flop della non notizia ecco che torna in rilievo il presidio con la notizia “ammainato il tricolore al monumento dei Caduti di tutte le guerre” . Bell’occasione per dire che il movimento notav, non solo è minoritario, terrotristico ecc…ma non rispetta neanche la bandiera. Dopo un pò di ore ecco che tuto cambia e l’articolo si chiude con il titolo: Presidio dei No Tav all’Italcoge, il vessillo accanto al tricolore, con le foto e un video che dimostrano tutto. Nel frattempo la notizia è rimbalzata ovunque, e qualche politico di turno è persino riuscito a prendere posizione su fatti non avvenuti. ma va bè…tutto nel tritacarne, tanto il partito di Repubblica deve giustificare l’operazione…
- peccato che questa foto, allegata all’articolo (Nel cuore di un altro giorno sbagliato), dimostri come il tricolore, fosse stato issato dai notav davanti alla centrale, e persino chi lo issa, è la stessa persona messa al bando con foto e primi piani sul primo punto del nostro articolo.
La differenza sostanziale tra chi ha visto anche solo per un ora la realtà e chi sta in ufficio in redazione, o al “caldo” con le forze dell’ordine è abbissale, anche tra gli stessi giornalisti, che riescono a scrivere con doppia personalità. A Repubblica, il partito, piacciono le inziative che costruisce e che non intaccano mai i referenti del Pd, al quale molte volte si sostiuisce nel fare opposizione. I giovani che piacciono al partito sono belli, colorati e un pò burrascosi…ma non troppo altrimenti diventano nemici da inserire nel tritacarne. Figuriamoci un movimento popolare come il nostro dove, per dire solo domenica, era rappresentato in un fondo valle uno spaccato di società così diversa ma unita nella lotta, troppa lotta per il Partito di Repubblica.
aggiornamento: lasciamo al giudizio dei lettori l’ultimo articolo di Erica Di Blasi
La Questura segnala: nuove proteste a Chiomonte
L’altra notte, intanto, sono state segnalate nuove proteste al cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità. Circa 200 manifestanti del movimento No Tav – comunica la Questura di Torino – si sono avvicinati alle recinzioni dell’area del cantiere per la realizzazione del tunnel geognostico insultando le forze dell’ordine e gli operai, senza effettuare, in questa occasione, altre azioni di disturbo. I manifestanti si sono poi allontanati spontaneamente e senza incidenti.