[Mario Cavargna Bussoleno]Il 17 maggio scorso LTF, Lyon Turin Ferroviare sas, ha depositato il progetto del cunicolo esplorativo a La Maddalena di Chiomonte, con il relativo studio di impatto ambientale. Il termine per le osservazioni è di 60 giorni. Nel 2003-2007, l’argomento, riferito alla stessa opera a Venaus, era stato oggetto di un fortissimo dibattito. Poiché è passato un mese e non sono emersi all’esterno i segni di una discussione ed ora i termini diventano stretti, chiediamo alle amministrazioni comunali della bassa valle di Susa, di non lasciare passare questo momento cruciale della Torino-Lione senza portare la questione in consiglio. In particolare facciamo notare che l’attuale procedura è fatta ai fini dell’art.166 Dlegs 163/2006, “Quindi è finalizzata direttamente a vincolo esplorativo ed alla dichiarazione di pubblica utilità”. La procedura di valutazione di impatto ambientale che la accompagna non è pertanto la via stabilita dalle direttive comunitarie e dalle leggi e dai decreti italiani che la recepiscono, e che affidano le valutazioni e le prescrizioni ad un decreto del ministero dell’ambiente, ma una valutazione ambientale di accompagnamento, gestita dalla Direzione infrastrutture e trasporti della Regione Piemonte. I problemi del tunnel di Chiomonte sono gli stessi già visti per quello di Venaus, con l’aggravante che il rischio radioattivo per la presenza di pecblenda, risulta, dai rilevamenti dell’Agip mineraria del 1977, ancor più frequente su questo versante dell’Ambin rispetto alla val Cenischia, e che, successivamente al 2005, il rapporto UE Cowi ha evidenziato un’altra componente di danno, e cioè il versamento in Dora di acque a temperatura più calda di quelle scorrenti in superficie e ricche di solfati “che pregiudicheranno i corsi d’acqua in cui verranno immessi” (Cowi pag.59). Considerando che lo studio presentato non accenna neppure questi problemi, e che comunque sarebbero necessarie garanzie di una depurazione “in eterno” perché le acque inquinate verranno fuori dalla montagna anche dopo la fine dei lavori, e considerando anche il cunicolo geognostico di Chiomonte va classificato come una galleria di servizio, perché, per loro stessa ammissione, riprende tutte le specifiche tecniche da quello di Venaus, che lo era nella delibera della Regione Piemonte del 30/06/2003 : riteniamo che le amministrazioni comunali debbano quantomeno chiedere che sia la via “nazionale” ai sensi della L 349/86 e del Dpr 377/88, che offre maggiori garanzie di analisi e prescrizioni ambientali, come era stato fatto a gennaio del 2007 per l’analoga opera prevista a Venaus, prima che venisse ritirata. La diversità di procedura che viene fatta per il tunnel geognostico di Chiomonte è segno di una pericolosa deregolamentazione che merita di essere affrontata, sia per i problemi contingenti che a futura memoria.