da la stampa del 23/03/11
L’assenza di 8 consiglieri regionali del Pdl fa saltare il numero legale e l’approvazione della legge regionale sulle grandi opere. Norme che a partire dall’avvio dei cantieri per il cunicolo esplorativo di Chiomonte dovrebbe garantire ricadute economiche sui territori coinvolti nella costruzione della Torino-Lione. Per l’assessore regionale alle infrastrutture, Barbara Bonino, si tratta solo di “un incidente di percorso legato all’organizzazione d’aula”. Il capogruppo berlusconiano, Luca Pedrale, decide di sanzionare con una multa gli assenti ma questo non basta a parare l’affondo del Pd. Per il capogruppo Aldo Reschigna “questa maggioranza ancora una volta ha dimostrato la sua inconsistenza politica, oltre che numerica. Non è un caso che a mancare in Consiglio fossero soprattutto quei consiglieri del Pdl che fanno riferimento a una corrente il cui massimo esponente si è pronunciato in modo critico nei confronti del Tav. Il riferimento è all’europarlamentare Vito Bonsignore che secondo il Pd è da mesi “impegnato in un braccio di ferro interno al suo partito”. Il capogruppo del Pdl sembra dare ragione ai democratici: “E’ grave che su un disegno di legge della giunta regionale presentato dall’assessore Bonino alcuni consiglieri abbiano volutamente disertato la presenza in aula”. Un atteggiamento “irresponsabile perchè congela un provvedimento che “da anni viene invocato per attutire il disagio delle popolazioni per la costruzione della tav.” E non è un caso che a far festa siano i 2 consiglieri del Movimento 5 stelle, Davide Bono e Fabrizio Biolè, che con il loro ostruzionismo a Palazzo Lascaris stanno cercando di bloccare quella legge vista come fumo nell’occhio da parte del Movimento NO TAV. La discussione del disegno di legge, slitta dunque alla prossima settimana e i grillini promettono che “la strada per l’approvazione sarà lunga”. Il rinvio dell’approvazione del disegno di legge aumenta lo sconcerto del sindaco di Chiomonte, Renzo Pinard, preoccupato di “essere lasciato solo con il prefetto e il questore a gestire l’apertura del cantiere” e la conseguente protesta dei comitati no tav”. Pinard in tutti questi mesi ha lavorato con la Regione per ridurre l’impatto dei lavori sul suo territorio ma adesso è preoccupato del fatto che le uniche ricadute per il territorio siano legate alla gestione dell’ordine pubblico. Spiega: “Sono stufo di fare la parte di un generale che incita la truppa ad andare avanti e poi si volta e si trova da solo”. Il sindaco, uomo di destra, vorrebbe segnali certi dal governo: “Sono d’accordo con Chiamparino quando si chiede se davvero i NO TAV siano solo in Valsusa oppure non si trovino anche a Roma. Siete sicuri che l’AD delle Ferrovie, Moretti, voglia davvero farla?”. Se questo è il ragionamento e se “il modello per realizzare una grande opera in un territorio preoccupato e dove ci sono cittadini contrari è quello della gestione dell’emergenza rifiuti in Campania, cioè con il ricorso all’esercito, allora non mi resta che fare un passo indietro, lasciare libero il campo e dimettermi”.