Un centinaio di NoMuos oggi ha rovinato la messinscena organizzata a Gela per la ricorrenza dei 70 anni dallo sbarco dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale.
La manifestazione istituzionale, organizzata dagli enti locali e sponsorizzata dall’ambasciata USA, è stata infatti bloccata per quasi un’ora quando i mezzi anfibi storici hanno tentato di guadagnare il mare per mettere in scena il teatrino che avrebbe dovuto celebrare lo sbarco. I NoMuos si sono fatti trovare preparati sul lungomare e hanno bloccato il passaggio di uno scarno corteo popolato per lo più da forze dell’ordine, personaggi istituzionali, comparse in costume e mezzi militari storici.
All’arrivo della parata il presidio ha sbarrato la strada coi propri corpi, ribadendo il proprio rifiuto alle politiche imperialiste americane e alle imposizioni statunitensi in termini di basi militari, devastazione del territorio e pericoli per la salute.
Solo ieri è arrivata la sentenza del TAR siciliano che ha respinto il ricorso del governo alla revoca dei permessi sanitari per l’impianto MUOS, e già oggi l’ambasciatore americano ha ribadito la necessità di quell’opera e il suo fermo impegno a che i lavori procedano. Ma, se queste sono le parole dell’ambasciatore, quanti in questi mesi hanno imparato a bloccare i lavori oggi hanno bloccato anche la passerella che avrebbe dovuto restituire un’immagine positiva all’esercito americano, ribadendo la propria determinazione a negare legittimità politica all’amministrazione statunitense.
Durante il lungo blocco Turi Vaccaro, un noto pacifista, ha aggirato il cordone di polizia ed è salito sul tettuccio di uno dei mezzi della parata, a ciò sono seguiti il suo arresto e dei tafferugli tra le forze dell’ordine e gli altri NoMuos. Di qui la decisione dei presidianti di recarsi di fronte il commissariato di Gela per richiedere l’immediata liberazione. La decisione presa in caserma è stata invece quella di confermare l’arresto per danneggiamento e di tradurre Turi nel locale carcere.
Il presidio ha quindi continuato a bloccare la strada antistante il commissariato a lungo, cosciente comunque di essere riuscito a far saltare per aria i piani di restyling d’immagine dell’esercito USA.