News — 27 Marzo 2011 at 19:52

Giappone: l’incubo nucleare peggiora.

A ormai 3 settimane dal sisma e dalle sue conseguenze sulle centrali nucleari giapponesi, l’incubo insiste e continua a fare riflettere. In quella terra che sembra così lontana, c’è chi piange lacrime di disperazione e chi piange anche lacrime di coccodrillo. La tragedia si scopre man mano essere di proporzioni gigantesche. Molto peggio di Chernobyl. Viene da chiedersi se era necessaria una catastrofe simile per far ragionare il mondo sulla questione del nucleare e viene da chiedersi se sia bastato.

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Da “La Repubblica”del 27/03/11

Fukushima, allarme per il reattore 2 Radioattività altissima, via i tecnici

Le radiazioni nell’acqua dell’impianto sono 10 milioni di volte  più alte del normale. Gli esperti: “E’ fusione parziale del nocciolo”. Proteste contro il nucleare a Nagoya e Tokyo

TOKYO – La radioattività dell’acqua al reattore n.2 della centrale di Fukushima è estremamente elevata ed è pari a 10 milioni di volte i livelli normali. Lo riferisce l’Agenzia per la sicurezza nucleare, secondo cui si è resa necessaria l’evacuazione immediata dei circa 500 tecnici al lavoro per raffreddare gli impianti danneggiati dal terremoto e dallo tsnumani dell’11 marzo.

Il livello di iodio-131 è talmente alto da far ipotizzare all’Agenzia che si sia verificata una fusione parziale del nocciolo. L’emergenza contaminazione dunque si fa sempre più acuta, mentre i tentativi di messa in sicurezza sono frenati dalla minaccia radiazioni: proprio oggi era in programma il passaggio dalle autobotti dei pompieri alle pompe elettriche per iniettare acqua nei reattori, per accelerare i tempi ed evitare così ulteriori ritardi. Le fonti di perdita di materiale nocivo restano ancora da individuare.

A rafforzare le preoccupazioni giungono le parole del capo della Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, secondo il quale la crisi all’impianto giapponese potrebbe durare ancora settimane, se non addirittura mesi. “Siamo ancora lontani dalla fine dell’incidente”, ha affermato Yukiya Amano, intervistato dal New York Times.

In questa situazione fonti del governo di Tokyo prospettano una riflessione generale sulla materia: “La priorità è ora risolvere l’emergenza di Fukushima, poi si dovrà fare una revisione ad ampio raggio sul nucleare”, affermano a proposito di ruolo e poteri delle Authority di settore in Giappone che non esclude gli stessi operatori, tra cui la Tepco che gestisce l’impianto di Fukushima. Della riflessione faranno parte gli operatori, a maggior ragione dopo il comportamento e le misure non sempre dal carattere chiaro e appropriato messe in campo dalla Tepco, prima utility del Paese. Anzi proprio con la compagnia, le stesse fonti hanno ammesso che “ci sono state delle incomprensioni”.

Il dramma di Fukushima ha indotto il movimento antinuclearista giapponese alla mobilitazione. Centinaia di persone sono scese in piazza oggi a Nagoya, nel centro del Paese, e a Tokyo per chiedere l’abbandono delle centrali nucleari. In una nazione dove i cortei di questo tipo sono sempre stati rari e poco partecipati, almeno 300 manifestanti si sono riuniti a Nagoya rispondendo all’invito di studenti preoccupati dalla situazione. “Non vogliamo un’altra Fukushima”, hanno scandito i dimostranti chiedendo la chiusura della centrale di Hamaoka situata a 120 chilometri da Nagoya, sulla costa sud dell’isola di Honshu, e pure a rischio sisma. A Tokyo circa 300 persone hanno sfilato nel quartiere chic di Ginza scandendo slogan come “Non abbiamo bisogno del nucleare”.