E’ notizia di oggi domenica 9 maggio che l’unione europea starebbe rivalutando il finanziamento di oltre 672 milioni di euro di cui 400 per la campagna di sondaggi per la nuova linea ferroviaria Torino Lione. In realtà si tratta di una procedura iniziata oltre due mesi fa che riguarda il finanziamento complessivo che l’unione europea aveva stanziato nel 2007 di oltre 8 miliardi di euro per opere infrastrutturali prioritarie per l’europa. Questo finanziamento riguardava una decina di infrastutture tra le quali la Torino Lione in un piano quinquennale di bilancio da verificarsi a metà mandato cioè oggi. La cosa curiosa è che secondo l’architetto Virano presidente dell’osservatorio tav non ci dovrebbe essere alcun problema riguardo la campagna di sondaggi per altro da lui ideata. Infatti grazie ai suoi costanti viaggi a Bruxelles è riuscito con carte false a far credere alla comunità europea che la campagna di sondaggi prosegue senza intoppi e che l’opposizione sociale alla nuova linea è cosa vecchia. Il movimento no tav più volte nella sua storia si era recato a Strasburgo spiegando al parlamento europeo che la storia della val di Susa è un’altra da quella raccontata dai governi italiani di turno. Martedì prossimo una delegazione composta da vari notav, sindaci e amministratori valsusini si recherà a Strasburgo per portare la documentazione relativa alla campagna di sondaggi di cui la UE dovrebbe valutare il finanziamento. Nei dossier che si presenterà sarà sottolineata la militarizzazione dei territori in occasione dei sondaggi, le violenze fatte dalle forze di polizia, l’inutilità geognostica dei luoghi scelti, la non perizia nell’esecuzione dei lavori, l’arbitrario spostamento dei luoghi di sondaggio a seconda delle esigenze di ordine pubblico e l’esorbitante costo dei carotaggi di numerose volte superiore al loro reale costo di mercato. Insomma film con trama di una classica storia italiana anzi forse meglio dire all”italiana”. Gli ingredienti sempre i soliti, corruzzione, bustarelle, ditte compiacenti che gonfiano le fatture, una polizia “cane da guardia” dei poteri che agisce da cuscinetto per poi perdere il controllo e massacrare chiunque passi a tiro dei manganelli e così via. Un film che inizia tanti anni fa, ma che vede Di Pietro allora ministro delle infrastrutture strappare una promessa da 600 milioni a Bruxelles accompagnato da Virano intento a tessere la trama di questa campagna di sondaggi. Il governo Prodi che poi cade rimpiazzato da Berlusconi, che però non si fa pregare a prendere in mano il testimone della tav e a riconfermare l’architetto e tutto l’osservatorio. Insomma tutti uniti a difendere la torta tav, consapevoli che l’italia mai potrà pensare di pagare un’opera simile e portarla a compimento ma pronti a fare carte false pur di rubare l’ennesimo finanziamento all’unione europea.