CONCLUSA IERI LA CONTRATTAZIONE TRA ITALIA E FRANCIA SULLA RIPARTIZIONE DEI COSTI DEL TUNNEL DI BASE. L’IPOTESI/NECESSITA’ ITALIANA DI RIPARTIRE I COSTI AL 50% TRA I DUE STATI è RISULTATA INACCETTABILE OLTRE IL CONFINE. VERREBBERO RISPARMIATI SOLO 400 MILIONI SU UNA SPESA TOTALE DI 5 MILIARDI E 160 MILIONI DI EURO: BRUSCOLINI. L’ITALIA INFATTI SBORSEREBBE BEN IL 58,2% DEL COSTO. ORA L’ACCORDO CHE VIENE DEFINITO “ACCETTABILE” DALLE DELEGAZIONI VERRA’ PASSATO AL VAGLIO DEI GOVERNI.
da La Stampa di oggi 8/9/2011
TAV, INTESA CON PARIGI RISPARMIATI 400 MILIONI
L’accordo tecnico tra le due
delegazioni al vaglio dei governi
«E’ un accordo nel complesso accettabile». Uno dei protagonisti italiani del lungo braccio di ferro diplomatico con la Francia sulla ripartizione dei costi della nuova linea ferroviaria Torino-Lione sintetizza così la conclusione della trattativa tra le delegazioni tecniche dei due governi che ha permesso a Roma di strappare uno sconto di 400 milioni di euro su una spesa prevista di 5 miliardi e 160 milioni. L’intesa tra gli sherpa economici dovrebbe aprire adesso la strada per la firma del trattato internazionale (assolvendo così ad uno degli obblighi imposti dall’Unione Europea) e alla firma dell’incarico a Ltf, la Lyon Turin Ferroviarie, per la progettazione definitiva della tratta comune italo-francese.
Il via libera dovrebbe arrivare nel corso della riunione della commissione intergovernativa prevista per il 21 settembre. In quella sede si conosceranno altri dettagli dell’intesa che ha permesso a Roma di ottenere un riequilibrio dei costi. Finora, infatti, al netto del contributo dell’Unione Europea pari al 27%, l’Italia avrebbe dovuto tirar fuori 5,1 miliardi cioè il 63 per cento del consto complessivo. Il resto, 3 miliardi e rotti sarebbe stato coperto dai francesi. Adesso Parigi coprirà il 41,8 per cento (era il 37% nel vecchio accordo) arrivando a sborsare 3,4 miliardi mentre l’Italia stanzierà 4,7 miliardi, il 58,2 per cento.
Non è il fifty-fifty agognato dal governo Berlusconi ma, appunto, un’intesa accettabile perché tra l’altro comprende anche i costi aggiuntivi derivanti dal cambiamento del progetto e dai ritardi italiani (in una lettera dell’allora ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, l’Italia se ne faceva carico) e perché suddivide tra i due paesi gli eventuali costi aggiuntivi legati ad imprevisti nell’esecuzione dei lavori. L’accordo copre le spese della tratta comune che va da Saint Jean de Maurienne a Susa e la realizzazione delle due stazioni internazionali. Di fatto la tratta internazionale si accorcia e non comprende più lo scavo del tunnel dell’Orsiera.
Ma i progressi diplomatici non modificano la volontà del movimento No Tav di contrastare l’allargamento dell’area del cantiere dove si stanno svolgendo i lavori preparatori in vista dello scavo del tunnel esplorativo della Maddalena. Ieri sera con un’assemblea che si è svolta nella piazza del campo sportivo di Chiomonte è iniziata la quattro giorni dei comitati con il campeggio e iniziative e proteste intorno alle recinzioni in programma tra domani e la giornata di sabato. Oggi è stata organizzata una merenda pomeridiana tra i vigneti di Chiomonte.
Intanto la Coldiretti di Torino «garanzie per la prossima vendemmia delle uve di Chiomonte». «Le nostre richieste – spiega il presidente Riccardo Chiabrando, che partecipa ad incontri periodici con il prefetto, il questore di Torino e Ltf – ora sono mirate a consentire ai coltivatori di accedere ai vigneti per eseguire le lavorazioni e da, metà settembre, avviare la vendemmia». E il direttore Diego Furia aggiunge: «L’avvio del cantiere per realizzare il tratto esplorativo non può certo pregiudicare gli investimenti sinora fatti».