di Valsusa Report – TgValleSusa – Il Movimento No Tav questo grande inquisito sta diventando sempre più presente in tante opposizioni e lotte del territorio italiano. Sarà il magnetismo che lo circonda, sarà la crisi che lo rende capace di parlare a più classi sociali e alla pluralità della nazione, sta di fatto, che dopo l’attacco dei governi italiani, a suon di sprangate di luoghi comuni dal “lo vuole l’europa” a “democraticamente deciso”, il nulla di fatto. Si scava da Chiomonte.
Quest’associazione è diventata nazionale e calca anche i teatri internazionali, proprio grazie a chi vi partecipa, persone comuni che hanno avuto la folgorazione, la scintilla e la voglia di mettersi in quel gioco pericoloso che li porta anche ad essere condannati, solo pochi giorni fa l’ex consigliere Guido Fisssore spiegava di essere stato fatto oggetto di due condanne a 9 e a 4 mesi per aver difeso dei diritti fondamentali quali ad esempio la sanità, lo studio e il lavoro, diritti sbeffeggiati con le compensazioni, “se le accetti continuiamo a farvele avere”. Nessuno potrà mai accettare, la risposta che si sente in ogni luogo.
Il caso di Pat, non ultima imputata, nell’ennesimo processo che demanda alla magistratura ciò che i governi succeduti non hanno voluto affrontare, sarà l’alto della supponenza del sistema decisionale. Si esprime con l’istinto primordiale della conservazione, l’imputata Pat, diventato ora estrema sopravvivenza “la necessità di alzare la voce per farci sentire da chi dovrebbe tutelare la cittadinanza da soprusi e malaffare”.
A voi la lettura della deposizione in aula.
“Sono entrata attivamente nel movimento NO TAV perché si è radicato profondamente in me unISTINTO PRIMORDIALE, IMPELLENTE, quello di CONSERVAZIONE: del territorio, della salute, della giustizia; tutti diritti che mi sarebbero ulteriormente sottratti se quell’opera imposta (ed inutilmente, come ampiamente dimostrato) fosse realizzata. Ho visto crescere numericamente la partecipazione della cittadinanza all’opposizione al TAV grazie anche al ruolo dell’informazione ufficiale che narrava in maniera falsa cià che realmente accadeva. Molte persone che ancora non avevano preso posizioni in merito sono state spinte a volerne sapere di più proprio perché con i loro occhi vedevano cose e poi su giornali e TG si diceva tutt’altro. La presa di coscienza collettiva, di fronte a risposte inesistenti, inconsistenti o arroganti, ha fatto maturare la necessità di alzare la voce per farci sentire da chi dovrebbe tutelare la cittadinanza da soprusi e malaffare. La mia partecipazione a quella protesta equivale ad aver alzato la voce e lo rifarei.
Pat