Gli ultimi due documenti votati dalla Cgil (Cgil Piemonte e Cgil Torino) di forte critica sul Tav sembrano un vero e proprio passo avanti nel mondo del lavoro. Certo la Fiom da molto tempo ha preso posizione contro le grandi opere e il Tav in particolare, così come la Funzione Pubblica, alla quale si sono uniti i settori della Scuola e i lavoratori della Comunicazione, ma due documenti congressuali a firma Cgil non si erano mai visti. Il merito è sicuramente del sindacato dei metalmeccanici e di quei delegati e delegate che non obbediscono al Pd e che questa volta sono riusciti a fare fronte al momento delle votazioni.
Ci fa piacere sottolineare ancora una volta che fino a ieri era la Camusso a portare avanti la linea a favore del Tav e molte volte contro il movimento notav.
Ma il risultato non deve essere considerato solamente di posizioni politiche all’interno del sindacato, ci interessa provare a ragionare in maniera più ampia del tema in sè ovvero Tav e lavoro. Una delle balle più colossali cantata in coro da vari tifosi è sempre stata quella del : ” la Torino Lione porterà lavoro”, una balla smentita dai fatti man mano che il cantiere si è ingrandito. Smentita anche più volte in termini di proiezioni future, dove permetteteci di dubitare di commissari governativi o politici che prevedono il futuro, visto i risultati del nostro Paese già in questo presente.
Il Tav oggi porta lavoro solamente alle forze dell’ordine e alle ditte amiche dei politici di turno; in Valle di Susa nè ora nè mai porterà ricadute effettive in termini occupazionali o di crescita dell’economia della Valle.
Il Tav è un corpo estraneo al nostro territorio e come tale rimarrebbe anche se non riuscissimo a fermarlo.
Ma è sul piano nazionale che si deve spostare il dibattito perchè è proprio su questo che alcuni continuano a spostare l’attenzione vista la mancanza di argomenti locali. Quello che deve essere sempre chiaro quando affrontiamo il discorso Tav è che i fondi per la realizzazione dell’opera sono assolutamente pubblici (anche quelli che provengono dalla Ue) e significa che sono sottratti ad altri investimenti. E qui sta il punto principale del nesso inesistente tav&lavoro. Siccome ci hanno sempre detto che è prioritario significa che altre progetti non lo sono rispetto alla Torino LIone e ce ne stiamo accorgendo: non sono prioritari gli interventi di manutenzione nelle nostre scuole, quelli di messa in sicurezza e miglioramento del territorio, quelli diretti alle pensioni e alla sanità, e infine quelli relativi al lavoro e alla disoccupazione.
Sosteniamo questo con convinzione anche rispetto ai soliti politici che ci diranno ” anche se non facciamo il tav quei soldi non possono essere usati per altro”, ecco altre balle! Un governo può decidere, in base alle priorità, come e dove investire persino i fondi europei, decidendo su altre grandi opere utili, come quelle prima elencate.
Non sappiamo se questo posizionamento del sindacato sarà duraturo ma siamo sicuri che le priorità di cui il Paese e i cittadini hanno bisogno, gli Rsu nei posti di lavoro e i delegati e le delegate lo hanno compreso.
Rimaniamo dell’idea che l’unica grande opera che serva in questo paese sia: casa,reddito e dignità per tutti!