Correva l’anno 1982, era primavera. Un’amica di Torino, conosciuta a Vienna nel 1971, non si era vista a Genova per il corso di aggiornamento organizzato dal Goethe Institut. La chiamai a casa, ma non c’era; chiamai sua madre, mi disse che il marito/padre era mancato da poco tempo, per questo motivo la figlia non era presente a Genova, e che di lì a breve sarebbe arrivata. E fui invitata ad andare anch’io nel luogo dove lei risiedeva. Percorso da seguire: Genova-Torino; Torino-Susa. E fu così che misi per la prima volta piede in questa valle, dove ho passato alcuni dei momenti più belli della mia vita. Giocosi e profondi allo stesso tempo. Un soggiorno là, che si ripeteva un paio di volte l’anno, mi ha sempre aperto vasti orizzonti, tirando il fiato lontana dalla vita tumultuosa di Milano; ho avuto la fortuna di conoscere la sapienza della gente della valle, l’amore per la loro terra, la cura della persona e dell’ambiente, della vita nel suo più profondo senso, innestata sul naturale ciclo delle stagioni, la loro generosissima ospitalità . E anche di sperimentare in loco le proprietà mediche delle erbe. Sono quasi trent’anni di frequentazione e di loro ora si dice che siano diventati terroristi. Chi li avesse conosciuti da vicino, saprebbe senza ombra di dubbio che non può essere vero, che non è vero. E’ gente dignitosa, che ha sempre portato avanti i propri impegni seriamente e che ora lotta per una causa che sente giusta, una causa suffragata oltre che dalla loro personale esperienza anche da studi universitari approfonditi. Chi è responsabile della situazione che si è creata? Loro o quelli che invece di ascoltarli proseguono nella loro marcia forsennata?
Lia (insegnante di scuola superiore)
3 luglio 2011, la manifestazione inizia con un lunghissimo e colorato corteo che occupa interamente la strada centrale della valle, decine e decine di migliaia di persone… E’ la prima volta che vengo in Val di Susa e cammino fra i valligiani e i molti, moltissimi, venuti come me a portare la loro solidarietà da ogni parte d’Italia, un’infinità di giovani ma anche un’infinità di famiglie, bambini e persone di ogni età ; il corteo si ramifica, continua al centro e sui sentieri, l’idea è quella di circondare simbolicamente il sito dei cantieri ormai sigillati da sbarramenti quasi di guerra con filo spinato (dopo lo sgombero brutale della settimana prima e la distruzione del campo di ‘resistenza’ pacifica organizzato dai Valsusini), mi sembra vedendo la gente allargarsi allegramente sulle pendici e fra le minuscole frazioni di avvolgere la valle in un abbraccio.
Una presenza umana che osa porre ancora il dubbio, desiderare e immaginare un presente e un futuro diverso e possibile, che osa pensare che la Tav non sia l’unico futuro, che osa dire l’inutilità di quest’opera immane e la sua distruttività dell’ambiente naturale, geologico, umano e spirituale: la questione è grande, è immensa, è terrestre, globale, nel senso buono e vero della parola, se la vita di ogni angolo del pianeta si ripercuote sul pianeta intero e il suo riverbero interessa tutti..le scelte quindi devono essere di tutti, valutate e condivise con nuova intelligenza. Se vogliamo preservare i beni comuni, patrimonio dell’umanità intera, le decisioni devono essere comuni e non sottoposte agli interessi di pochi o alle visioni di pochi … forse proprio questo ha portato qui tanti giovani, loro sono i primi interessati e attivi in questo cambiamento totale di prospettiva, loro hanno diritto a un pianeta su cui vivere e non sopravvivere fra rischi di ogni sorta, abbiamo mai chiesto alle nuove generazioni su quale terra vorrebbero vivere, li abbiamo mai ascoltati? …forse è questo che dovremmo cominciare a fare, ascoltare la gente della Val di Susa e i giovani con loro.
Rita (maestra elementare)