Ancora una volta il fronte si tav oggi composto da Massimo Numa Stefano Esposito e Agostino Ghiglia approfitta di un clima mediatico e politico favorevole per provare a mettere in difficoltà il movimento no tav. Si parte dal corteo di Roma per arrivare con una velocità eccezzionale alla mobilitazione che il movimento ha in programma per domenica 23 ottobre. Addirittura nel titolo il cronista arriva ad ipotizzare una piazza San Giovanni bis. Niente di più facile e niente di più scontato ci verrebbe da dire, è sempre colpa dei no tav e contro i no tav vale tutto. In questi mesi e anni di lotta si è visto di tutto contro questo movimento, su ogni piano, da quello giudiziario, a quello mediatico, a quello delle brutali aggressioni durante gli sgomberi o le mobilitazioni ad opera delle “forze dell’ordine”. Ancora una volta però pensiamo di essere dalla parte giusta con una motivazione in più che questo vile attacco ci lascia. Proseguire in un giusto cammino che vede nella lotta e nella difesa di questo territorio il suo percorso. Non possiamo quindi che cogliere quanto scritto come uno stimolo che deve servire e servirà a creare una grande giornata in cui il popolo della val di Susa sarà protagonista.
di seguito da LaStampa.it Per la manifestazione di domenica si teme una San Giovanni-bisSi teme che domenica prossima in Val di Susa si possano vivere scene di violenza simili a quelle viste sabato a Roma
massimo numa torino
Una trentina di attivisti No Tav dell’area autonoma e anarchica torinese e della Val Susa sono stati segnalati durante gli scontri di sabato a Roma, e la loro posizione è ora al vaglio degli inquirenti che stanno valutando le testimonianze e visionando le immagini videoregistrate dalla Digos in piazza San Giovanni. Un inquietante segnale premonitore, in vista della manifestazione nazionale indetta contro il cantiere della Torino-Lione di Chiomonte per la mattina di domenica prossima, con un programma tutt’altro che pacifico. L’obiettivo dichiarato è quello di abbattere «in migliaia e migliaia» le recinzioni del cantiere. «I black bloc che hanno devastato Roma – dice Stefano Esposito, Pd, che non nasconde le sue preoccupazioni per la “giornata del taglio” – sono gli stessi che hanno trasformato la lotta alla Tav in Val Susa, dal 23 maggio a oggi, in una guerriglia senza senso, pericolosa per tutti, già costata centinaia di feriti tra le forze dell’ordine. E il 23 ottobre si prepara in modo del tutto irresponsabile il probabile bis, esponendo tanti pacifici No Tav a gravissimi pericoli». Spiega ancora Esposito: «Andranno a volto scoperto, dicono, e in pieno giorno ma “armati” di cesoie e tronchesine, gli attrezzi adatti a devastare le protezioni degli operai e dei tecnici che lavorano all’interno del cantiere. E poi? Come si fa, senza scadere nel ridicolo, a definire questa una manifestazione “pacifica”?». Analoghe considerazioni anche da parte di Agostino Ghiglia, Pdl, che negli ultimi giorni ha duramente attaccato l’ala violenta dei No Tav: «Viene annunciata una spedizione che prevede la certezza di commettere un reato di natura penale e anche civile, in grado di provocare gravi danni al cantiere. E’ l’esito finale della scelta scellerata del movimento di definirsi, con orgoglio, “tutti black bloc”». Di nuovo Esposito: «Chiomonte è stata utilizzata come una palestra per preparare e sperimentare azioni eversive da esportare poi nelle varie manifestazioni che caratterizzeranno l’autunno del nostro Paese. Tra i protagonisti delle vergognose violenze di ieri c’era il centro sociale Askatasuna i cui capi sono da sempre alla guida del movimento violento No Tav». Un’ulteriore conferma che gli allarmi fin qui lanciati erano tutt’altro che infondati, secondo Esposito, che si dice davvero molto preoccupato per quanto potrebbe accadere fra sette giorni. E delle conseguenze, per gli uomini delle forze dell’ordine come per i manifestanti: «Per domenica prossima è stata indetta una manifestazione il cui obiettivo chiaro è l’illegalità. E invitare gli agenti a non difendere il cantiere e a non respingere gli aggressori è molto semplicemente una minaccia rivolta a chi rappresenta lo Stato. Il comunicato dei comitati No Tav di ieri non è solo delirante, ma conferma il fatto che costoro si considerano fuori dalla legge e negano l’autorità dello Stato, secondo uno schema che era proprio dei gruppi extraparlamentari degli anni Settanta. Se qualcuno mi annuncia che verrà ad abbattere la porta di casa non può certo prendere di essere accolto con gli applausi; pertanto i No Tav che hanno annunciato un’azione illegale non possono pretendere che lo Stato li lasci fare». |