Come i No Tav: «Stesse conclusioni ma non mi muovono interessi personali»
«Quando non ci sono soldi per gli asili nido e per altri servizi ai cittadini, è giusto chiedersi se spendere 20 miliardi per realizzare un’opera che, così come ci viene proposta, arriverà clamorosamente in ritardo rispetto allo sviluppo logistico del resto d’Europa e avrà costi elevatissimi e servirà solo al trasporto passeggeri». Vito Bonsignore, europarlamentare del Pdl, sa che il suo intervento ha disorientato gli industriali e fatto infuriare lo stato maggiore del Pdl, ma spiega che «di fronte al rischio di sperperare soldi pubblici in un momento di crisi non è possibile restare in silenzio».
Onorevole Bonsignore, è il nuovo leader dei No Tav?
«Assolutamente no, anche se partendo da argomentazioni completamente differenti la conclusione è paradossalmente analoga a quella di chi per anni si è opposto a questo progetto».
Che cosa non va in questo progetto?
«Rispetto a quello approvato dal Cipe il 30 luglio 2009 sono state introdotte importanti novità a partire dall’inserimento del nodo di Orbassano. Per questa marchetta politica e per altre modifiche c’è stato un aumento dei costi di 4,5 miliardi. E poi ci sono le esose richieste compensative di tutti i sindaci che stanno su quel tracciato».
Dunque meglio bloccare tutto?
«Io credo che andrebbe fatta un’attenta analisi costi-benefici inquadrando il progetto all’interno dei flussi di merci e persone a livello globale. Studi recenti dimostrano che non ci sarebbe un flusso merci così consistente da giustificare un incremento di 4,5 miliardi. E poi non bisogna dimenticare che mentre in Valsusa si continua a discutere, in Francia e in Liguria si lavora per la realizzazione dell’alternativa Sud alla Torino-Lione, che emarginerebbe Torino. Al contempo, oltre le Alpi si sta completando l’alternativa Nord, che taglierebbe fuori l’intera Val Padana ad eccezione del Veneto e del Friuli».
Gli ultras del sì Tav spiegano che se Cavour avesse ragionato in questo modo non si sarebbe mai costruito il tunnel del Frejus. Che cosa risponde ?
«La nostra area logistica naturale è tra Alessandria, Vercelli, Novara e Domodossola. La Torino-Lione, ammesso che si trovi un accordo duraturo sui tempi, arriverà tardi rispetto allo sviluppo logistico del resto d’Europa. Si è sprecato troppo tempo e si rischia di sperperare troppo denaro per trasportare passeggeri. A questo punto meglio puntare su altri tragitti».
Eliminando il collegamento con Orbassano la Torino-Lione tornerebbe competitiva?
«Potrebbe essere attenuato l’incremento dei costi».
Onorevole, ci sono interessi economici personali dietro questa sua presa di posizione?
«Il mio mestiere è quello di disegnare scenari cinquantennali nell’ambito delle infrastrutture. Io e la mia famiglia abbiamo pochissime attività in Italia e nessuna nell’area del Nord-Ovest».
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